CHIETI
Addio allo psichiatra Lannutti, lavorò anche al Pronto soccorso
Aveva 68 anni, fu il fautore dell’apertura del Day hospital per i malati di mente. Il sindaco Ferrara: professionista ben voluto da tutti. Di Meco: persona eccezionale e altruista
CHIETI. Il mondo della medicina ha dato l'addio al dottor Quirino Lannutti, medico del Pronto soccorso dell'ospedale, prima, e poi passato in forze al Centro di salute mentale, da qualche anno in pensione. Lannutti è venuto a mancare, nella sua casa del quartiere Tricalle, all'età di 68 anni. A strapparlo all'affetto della moglie, dei figli, della famiglia e degli amici è stata una malattia da cui era affetto da anni. Da medico in prima linea al Pronto soccorso del Santissima Annunziata, Lannutti aveva deciso in seguito di dedicarsi interamente al disagio psichico e alla malattia mentale. In tanti ieri hanno partecipato al funeralo nella chiesa del Tricalle.
Lo psichiatra si era così trasferito all'attuale Centro di salute mentale (Csm) che all'epoca si chiamava Centro di igiene mentale (Cim). Una volta in questa struttura, aveva a lungo insistito perché il centro aprisse un Day hospital, vale a dire un centro diurno che potesse ospitare i malati psichiatrici per mezza giornata o anche per l'intera giornata. Una struttura che ha promosso con forza, convinto che avrebbe giovato moltissimo alla loro socialità e avrebbe alleggerito il carico delle loro famiglie.
Lannutti fu subito appoggiato dal responsabile del Centro di salute mentale, il dottor Filippo Pollice, venuto a mancare lo scorso 21 ottobre. Il Centro diurno aprì negli anni Novanta ma nel 2010 è stato chiuso dalla Asl, nonostante il servizio assicurato dal Centro di salute mentale fosse molto apprezzato dall'utenza. «Quirino faceva parte della mia ristretta cerchia di amici con cui ci siamo iscritti alla facoltà di Medicina dell'Università d'Annunzio», dice il sindaco Diego Ferrara, «aveva iniziato prima a lavorare al pronto soccorso, poi per una sua scelta di carattere personale era diventato psichiatra al Csm. Qui si era fatto subito ben volere da tutti, perché, oltre alla sua professionalità e umanità, gestiva il Centro diurno. Era una persona squisita, di grande disponibilità umana». Lo ricorda anche l'ex cardiologo dell'ospedale teatino Francesco Di Meco: «Persona eccezionale, meravigliosa», dice, «con lui ho condiviso tanti anni di ospedale e di sindacato. Il suo primo pensiero era sempre il bene degli altri, lui veniva sempre dopo».
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