Aeroporto, la guerra dei taxi La minaccia dei tassisti teatini: "Bloccheremo la Tiburtina"
Torna a protestare la categoria alla quale è vietato lavorare all’aeroporto d’Abruzzo
CHIETI. «L’aeroporto è degli abruzzesi e non solo di Pescara. È una vergogna d’Italia, lavoro a tutti».
Sono infuriati i tassisti di Chieti ai quali è proibito esercitare la professione negli stalli dell’aeroporto. Rabbia che ieri è tornata in piazza per suonare la sveglia ai politici e per annunciare il blocco della Tiburtina se la legge regionale non entrerà subito in vigore.
Non a caso i tassisti teatini hanno scelto di protestare nel giorno in cui il sindaco Umberto Di Primio ha invitato i cittadini a partecipare all’assemblea pubblica per snocciolare i dati relativi a tre anni di governo.
«Siamo delusi e stremati» racconta il rappresentante di categoria Renzo Buccione «quello che sta accadendo alla nostra categoria è diventato un caso nazionale. L’aeroporto d’Abruzzo è di tutti gli abruzzesi e non solo dei pescaresi. Noi non ce l’abbiamo coi colleghi, con loro c’è un rapporto di rispetto, ma con i politici che annunciano periodicamente di aver risolto il problema, ma poi in realtà non si muove nulla».
In effetti la Regione qualche settimana fa aveva annunciato l’adozione di una delibera che prevede l’inserimento di stalli all’aeroporto riservati ai tassisti teatini.
«La distribuzione delle postazioni prevede 9 stalli a Pescara, 3 a Chieti, uno a Teramo e a L’Aquila» puntualizza Claudio Antonucci anche lui tassista di teatino «ma al momento sono solo promesse vane».
Le difficoltà della categoria non sono imputabili solo alla crisi economica che attanaglia tutti i settori.
«Con la chiusura della caserma Beraradi e dell’ospedale militare la clientela si è quasi azzerata in città» spiega Buccione «si lavora e si guadagna poco. Se non arriveranno risposte concrete siamo pronti ad azioni di protesta eclatanti come il blocco della Tiburtina con 14 taxi targati Chieti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA