Aggredirono un 17enne, tre giovani nei guai
Le botte in centro all’apertura delle Feste di settembre: la Procura chiede il processo per gli autori 19enni
LANCIANO. Finisce davanti al giudice per le udienze preliminari il caso di tre 19enni che, alle 5.30 del 14 settembre 2019, aggredirono un ragazzo di 17 anni con pugni e schiaffi procurandogli una lesione permanente alla cornea dell’occhio sinistro dopo avergli rotto le lenti degli occhiali. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di lesioni personali aggravate per tre incensurati lancianesi, Francesco P., difeso dall’avvocato Sandro Mammarella, Riccardo F., rappresentato dai legali Gaetano Pedullà e Vincenzo Salini, Francesco V., difeso dagli avvocati Pedullà e Lucia Di Battista. Il giudice ha fissato l’udienza preliminare al 26 aprile 2021. Parte offesa il ragazzo, che da poco è diventato maggiorenne, assistito dall’avvocato Paolo Sisti.
Giovani sempre più violenti: il caso del 17enne picchiato alle feste di settembre di due anni fa si aggiunge ad altri episodi: un accoltellamento in piazza D’Amico, il 5 febbraio 2019 tra tre ragazzi poco più che ventenni e il recente caso di Giuseppe Pio D’Astolfo che lo scorso 17 ottobre nella vecchia stazione ferroviaria è stato colpito da un pugno finendo in coma al culmine di una aggressione da parte di tre minorenni e due maggiorenni.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Lanciano alle 5.30 di quel 14 settembre il 17enne stava andando a prendere il motorino parcheggiato alla vecchia stazione per tornare a casa dopo la nottata. Dalla Pietrosa aveva salito le scalette di legno che portano a largo Mario Bianco e qui avrebbe incrociato 5 ragazzi che scendevano verso le giostre. I ragazzi, alticci, avrebbero preso in giro il 17enne che avrebbe risposto. Ma il battibecco non sarebbe finito perché in tre sarebbero tornati indietro e avrebbero aggredito il minorenne «con pugni e schiaffi in rapida successione», sostiene il sostituto procuratore Francesco Carusi, «tanto da frantumargli le lenti degli occhiali e procurargli la lesione della cornea sinistra». Il ragazzo, operato poi all’ospedale di Pescara ha riportato una prognosi di 30 giorni per «lacerazione lamellare della cornea», ma con «successivi postumi invalidanti in relazione alla funzionalità visiva finale con indebolimento permanente della vista». I tre ragazzi, oggi ventenni, non hanno mai negato il battibecco, sono andati in caserma quando hanno saputo che il ragazzo stava male perché non si sarebbero accorti del ferimento. (t.d.r.)
Giovani sempre più violenti: il caso del 17enne picchiato alle feste di settembre di due anni fa si aggiunge ad altri episodi: un accoltellamento in piazza D’Amico, il 5 febbraio 2019 tra tre ragazzi poco più che ventenni e il recente caso di Giuseppe Pio D’Astolfo che lo scorso 17 ottobre nella vecchia stazione ferroviaria è stato colpito da un pugno finendo in coma al culmine di una aggressione da parte di tre minorenni e due maggiorenni.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Lanciano alle 5.30 di quel 14 settembre il 17enne stava andando a prendere il motorino parcheggiato alla vecchia stazione per tornare a casa dopo la nottata. Dalla Pietrosa aveva salito le scalette di legno che portano a largo Mario Bianco e qui avrebbe incrociato 5 ragazzi che scendevano verso le giostre. I ragazzi, alticci, avrebbero preso in giro il 17enne che avrebbe risposto. Ma il battibecco non sarebbe finito perché in tre sarebbero tornati indietro e avrebbero aggredito il minorenne «con pugni e schiaffi in rapida successione», sostiene il sostituto procuratore Francesco Carusi, «tanto da frantumargli le lenti degli occhiali e procurargli la lesione della cornea sinistra». Il ragazzo, operato poi all’ospedale di Pescara ha riportato una prognosi di 30 giorni per «lacerazione lamellare della cornea», ma con «successivi postumi invalidanti in relazione alla funzionalità visiva finale con indebolimento permanente della vista». I tre ragazzi, oggi ventenni, non hanno mai negato il battibecco, sono andati in caserma quando hanno saputo che il ragazzo stava male perché non si sarebbero accorti del ferimento. (t.d.r.)