Villani: «Necessario il ricambio generazionale». Le Città del Vino: serve un Marchio Abruzzo
Agricoltura, fiera anti-crisi
I produttori: massaie a caccia di costi bassi e qualità
LANCIANO. E’ il giorno del pienone oggi, nei padiglioni dell’Iconicella per la 49esima edizione della fiera dell’agricoltura. Già nei giorni scorsi si sono visti lunghi serpentoni di auto posteggiate lungo la provinciale per Fossacesia e le vie dell’Iconicella, ma è oggi, festa della Liberazione, che si attende l’affluenza record. Ad un passo dal 50esimo compleanno c’è la fiera dell’agricoltura.
«Una delle più longeve d’Italia», come ha sottolineato il presidente dell’ente, Donato Di Fonzo, comincia il conto alla rovescia per il salto di qualità più importante: il trasferimento della sede in un luogo più accessibile al pubblico e soprattutto dotato di parcheggi e servizi.
Un «regalo» che, secondo le parole del sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, potrebbe arrivare proprio in occasione dei 50 anni della manifestazione.
Intanto, nei tre padiglioni dell’area di Iconicella, 250 espositori, in rappresentanza di 600 ditte, mettono in mostra tutto il mondo dell’Abruzzo rurale, dalla zootecnia all’agricoltura, dai servizi per le imprese alle macchine per la coltivazione di grano, vino e olio. La crisi del settore, tuttavia, ha raffreddato un po’ gli animi.
«C’è disaffezione al mondo dell’agricoltura», dichiara Antonio Villani, responsabile commerciale della Toscana enologica Mori, «i giovani non si avvicinano più. Bisognerebbe riscoprire e incentivare la qualità: l’olio, ad esempio, costa dai 2 euro e 50 fino ai 10, ma la genta compra quello di media qualità a causa della crisi economica e i produttori non hanno più i ricavi di una volta».
Ieri, nel convegno in collaborazione con il comune di Lanciano e l’associazione «Città del vino», si è parlato del Montepulciano d’Abruzzo.
«Non abbiamo nulla da invidiare a vini anche più blasonati», ha sottolineato Fabrizio Montepara, vice presidente nazionale dell’associazione “Città del vino”, «ma dobbiamo salvaguardare il territorio, in modo da creare un percorso turistico basato sull’enogastronomia». Montepara ha evidenziato anche la necessità di un “Marchio Abruzzo”.
E Leonardo Seghetti, docente dell’Itag di Ascoli Piceno, ha puntato il dito contro la scarsa promozione dei vini abruzzesi: «Bisogna valorizzare e saper vendere i nostri prodotti», ha commentato, «e individuare le giuste competenze in campagne di promozione più efficaci».
Domani, ultimo giorno di fiera, dibattito dal titolo «Frantoi oleari, quale futuro» alle 10,30 nella sala convegni dell’ente. Ingressi: 7 euro, 4 con riduzioni 12-18 anni. Bus navetta gratuti dal quartiere Santa Rita fino a stasera, orari: 9-20.
«Una delle più longeve d’Italia», come ha sottolineato il presidente dell’ente, Donato Di Fonzo, comincia il conto alla rovescia per il salto di qualità più importante: il trasferimento della sede in un luogo più accessibile al pubblico e soprattutto dotato di parcheggi e servizi.
Un «regalo» che, secondo le parole del sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, potrebbe arrivare proprio in occasione dei 50 anni della manifestazione.
Intanto, nei tre padiglioni dell’area di Iconicella, 250 espositori, in rappresentanza di 600 ditte, mettono in mostra tutto il mondo dell’Abruzzo rurale, dalla zootecnia all’agricoltura, dai servizi per le imprese alle macchine per la coltivazione di grano, vino e olio. La crisi del settore, tuttavia, ha raffreddato un po’ gli animi.
«C’è disaffezione al mondo dell’agricoltura», dichiara Antonio Villani, responsabile commerciale della Toscana enologica Mori, «i giovani non si avvicinano più. Bisognerebbe riscoprire e incentivare la qualità: l’olio, ad esempio, costa dai 2 euro e 50 fino ai 10, ma la genta compra quello di media qualità a causa della crisi economica e i produttori non hanno più i ricavi di una volta».
Ieri, nel convegno in collaborazione con il comune di Lanciano e l’associazione «Città del vino», si è parlato del Montepulciano d’Abruzzo.
«Non abbiamo nulla da invidiare a vini anche più blasonati», ha sottolineato Fabrizio Montepara, vice presidente nazionale dell’associazione “Città del vino”, «ma dobbiamo salvaguardare il territorio, in modo da creare un percorso turistico basato sull’enogastronomia». Montepara ha evidenziato anche la necessità di un “Marchio Abruzzo”.
E Leonardo Seghetti, docente dell’Itag di Ascoli Piceno, ha puntato il dito contro la scarsa promozione dei vini abruzzesi: «Bisogna valorizzare e saper vendere i nostri prodotti», ha commentato, «e individuare le giuste competenze in campagne di promozione più efficaci».
Domani, ultimo giorno di fiera, dibattito dal titolo «Frantoi oleari, quale futuro» alle 10,30 nella sala convegni dell’ente. Ingressi: 7 euro, 4 con riduzioni 12-18 anni. Bus navetta gratuti dal quartiere Santa Rita fino a stasera, orari: 9-20.
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