Alga tossica nel mare, chiesti altri accertamenti
Rocca San Giovanni, l’associazione Nuovo Senso Civico commissiona indagini Lanci: «C’è anche la moria di pesci, polpi e granchi, l’Arta pubblichi i risultati»
ROCCA SAN GIOVANNI. Chiede analisi a largo raggio e il più possibile approfondite l’associazione Nuovo Senso Civico sui fenomeni di intossicazione da ostropsis ovata, un’alga tossica di origine tropicale la cui presenza è stata riscontrata nelle spiagge di Rocca San Giovanni e Fossacesia (nella spiaggia davanti l’ex stazione ferroviaria). Continuano anche le segnalazioni di sintomi come dolori alla trachea, nausea, difficoltà respiratorie e febbre per chi si è recato qualche ora al mare in questi giorni. A raccogliere dati e testimonianze è ancora una volta l’associazione Nuovo Senso Civico che invita a comunicare eventuali segnalazioni all’indirizzo internet info@nuovosensocivico.it.
«Pretendiamo che sia accertata al più presto la verità», scrive il presidente di Nsc, Alessandro Lanci, «anche sulla base di fenomeni di moria di pesci, granchi pelosi e polpi. Questi ultimi sono organismi particolarmente resistenti, ecco perché si esige la massima accuratezza nelle analisi delle nostre amate acque». Nuovo Senso Civico segnala anche una moria di vongole. «Non si tratta di procurato allarme», spiega l’associazione che ha annunciato il ricorso a una società indipendente per ulteriori analisi, «ma di testimonianze reali che dovrebbero preoccupare tutti, autorità comprese. Chiediamo inoltre che l’Arta, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, renda pubblici e consultabili i loro risultati comunicando se le analisi sono state condotte all’interno dell’agenzia stessa o siano state affidate a qualche laboratorio esterno».
Intanto la ricercatrice della Fondazione Negri Sud che dal 2006 monitora la presenza dell’ostreopsis ovata nelle acque della costa frentana, Cristina Ingarao, ha effettuato dei campionamenti tra Rocca San Giovanni e Fossacesia. «Ci sono ancora moltissime alghe in acqua, in media 250mila cellule per litro di acqua di mare», spiega, «si tratta di una specie tropicale portata nelle nostre acque dalle chiglie delle navi da crociera. La sua proliferazione è dovuta all’effetto serra e all’innalzamento della temperatura delle acque. L’acqua del mare presenta un cattivo odore per via della putrefazione e decomposizione di queste alghe che continuano a rilasciare aerosol tossico. È probabile inoltre che si manifesti ipossia e/o anossia dei fondi e, ancora più seriamente, morie di invertebrati bentonici come molluschi, celenterati ed echinodermi. Bisognerà attendere un fenomeno di mareggiata consistente prima che le condizioni ambientali delle spiagge colpite tornino alla normalità», conclude la ricercatrice.
Daria De Laurentiis
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