Alla Bimo-Irplast annunciati tagli alla produzione

L’azienda irremovibile: la linea uno sarà smantellata I sindacati: è amorale. Incontro in Provincia

ATESSA. Dichiareranno a breve lo stato di agitazione le rsu di fabbrica della Bimo-Irplast, fabbrica che produce pellicole da imballaggi e che occupa in Val di Sangro circa 180 dipendenti. Lunedì scorso, nel corso dell'incontro a Chieti tra sindacati, azienda, Provincia e Regione, si sarebbe dovuto scongiurare il trasferimento e il licenziamento del settore amministrativo e commerciale dell'azienda che vive un periodo di difficoltà economica e produttiva ormai da 4 anni. Il tavolo si è però concluso con un nulla di fatto.

La direzione aziendale è rimasta irremovibile sulle sue scelte confermando di voler lasciare solo il 25% del lavoro amministrativo in Val di Sangro e di trasferire il resto nella sede legale della Irplast ad Empoli.

In futuro c'è molto probabilmente anche lo smantellamento dell'impianto 1 che occupa una quarantina di unità. L'impianto è ritenuto troppo oneroso dal punto di vista dei costi dell'energia e della materia prima. La linea inoltre produce una versione vecchia del prodotto e risulterebbe poco competitiva sul mercato con gli agguerriti concorrenti dell'est asiatico e dell'est Europa.

Deluse le rappresentanze sindacali unitarie (rsu) di Cgil, Cisl e Uli.

«Oltre al danno della carenza di lavoro c'è anche la beffa che quel poco che c'è lo si voglia trasferire ad Empoli», dicono i sindacati, «tutto questo è assurdo e amorale, termine che utilizziamo non a caso dato che l'amministratore delegato della Irplast ha parlato di essere molto preso moralmente da questa decisione. La gestione delle produzioni fatte ad Atessa va ad Empoli: cosa c'è di morale in tutto questo? Tra gli impiegati si respira disperazione, ci sono persone che hanno dato l'anima all'azienda per 25 anni».

Le rsu parlano anche di un mancato piano di rilancio dell'azienda e dei prodotti e insistono per l'applicazione dei contratti di solidarietà, l'unica alternativa «che permetterebbe di avere un salario maggiore e di non staccare le maestranze dal ciclo produttivo». Delusione tra i rappresentanti sindacali anche per il ruolo istituzionale di Provincia e Regione: «Il presidente Di Giuseppantonio e il rappresentante dell'assessore regionale Castiglione sono stati assolutamente silenti nei confronti dell'azienda», sottolineano le rsu, «non hanno incalzato minimamente la direzione nemmeno quando è stato prospettato il trasferimento di attività in Toscana. Siamo profondamente delusi e amareggiati per questo atteggiamento».

Daria De Laurentiis

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