Angelucci interrogato dal giudice
Crac ex Lanciano calcio: l’ex presidente in aula nel processo per il fallimento
LANCIANO. È stato l’ex presidente del Lanciano calcio, Riccardo Angelucci, ad essere ascoltato ieri dal tribunale collegiale (giudici Ciro Riviezzo, Giancarlo De Filippis e Vincenzo Chielli) sul fallimento della società rossonera nel 2008. Il crac della società da oltre due milioni di euro ha portato a processo a vario titolo per bancarotta fraudolenta, riciclaggio di assegni, truffa, reati fiscali Paolo Di Stanislao, ex patron del Lanciano calcio, la sua compagna Patrizia Bernardi, Paolo Massari, Antonio Alimonti, Alfredo Di Paolo, Giuseppe Ielo, Gino Sammarco, e l’ex presidente Riccardo Angelucci, che ieri ha risposto del reato di concorso in bancarotta.
Angelucci, che compare anche come parte civile assieme alla madre, Ida Lio e alla curatela del fallimento rappresentata dall’avvocato Giuliano Milia di Pescara vittima della truffa di Di Stanislao, Patrizi, Ielo e Sammarco, che avrebbero preso il Lanciano senza versare un centesimo, ha ricostruito quanto accaduto relativamente all’incasso di 250mila euro derivanti dalla cessione alla Lucchese del giocatore Francesco Di Gennaro. Le domande del Pm, Rosaria Vecchi sono state volte a ricostruire i movimenti degli assegni fatti da Angelucci perché, come sostiene l’accusa “come legale rappresentante dal 7 novembre 2003 al 28 agosto 2006 del Lanciano calcio per arrecare pregiudizio ai creditori distraeva 210mila euro relativi alla cessione del calciatore Di Gennaro, con 25 assegni circolari da 10mila euro non trasferibili a lui intestati di cui 21 versati sui conti correnti personali”.
Angelucci ha spiegato che 210mila euro sono serviti ogni mese, da gennaio a giugno 2006, per pagare i tesserati della società, che 30mila euro li ha versati direttamente nelle casse del Lanciano calcio.
Ieri è stato ascoltato anche l’avvocato-procuratore Donato Di Campli, legale della famiglia Maio che poi riprese il Lanciano dal fallimento.
Teresa Di Rocco
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