Appello del sindacato «È urgente investire nelle infrastrutture» 

Manzi (Uilm): «Rete ferroviaria efficiente indispensabile  per garantire la sopravvivenza di Stellantis e dell’indotto»

ATESSA. «Se si continua così, di cassa integrazione si muore»: il coordinatore della Uilm Abruzzo Nicola Manzi interviene sulla crisi che sta interessando lo stabilimento Stellantis Atessa e, di conseguenza, tutto l’indotto e le fabbriche direttamente collegate a Stellantis, a seguito dell'ennesimo annuncio di cassa integrazione (fino al 29 settembre) e l’annuncio shock della ricerca di trasfertisti volontari per lo stabilimento Mirafiori a Torino. «Stiamo registrando numeri record in negativo, una cassa integrazione a oltranza da giugno, la sospensione temporanea del terzo turno», rimarca Manzi, «e non va meglio in Polonia, dove non si lavora più di sabato e di domenica, e dove si producono 465 veicoli al giorno contro i 640 dell’ex Sevel. Su tutto questo pesa lo scontro tra governo e Stellantis, le cui vittime sono i lavoratori italiani, senza parlare del passaggio all’elettrico che attualmente penalizza fortemente la nostra industria».
Per Manzi è quindi urgente programmare un preciso piano di emergenza: «Innanzitutto basta con le polemiche sterili. Inevitabilmente siamo condizionati dalle richieste del mercato, quindi è fondamentale mettere in campo azioni a tutela del lavoro. Ciò che si sta verificando oggi era noto dal 2019, ma non per una strategia di Stellantis, visto che a volere lo stabilimento gemello di Atessa in Polonia è stata Psa che, all’epoca, aveva decretato che il plant di Atessa fosse arrivato alla sua massima capacità produttiva. In quel periodo», precisa Manzi, «nella ex Sevel si discuteva animatamente sui 17 turni e sui carichi di lavoro, era invece chiaro che dal 2019 in poi avremmo dovuto fare i conti con una concorrenza interna, non avendo più l’esclusiva della produzione dei furgoni in Europa. Oggi purtroppo la richiesta del mercato dei furgoni commerciali leggeri viene divisa tra i due stabilimenti».
Per Manzi due sono quindi i punti su cui fare leva e lavorare urgentemente: «Bisogna chiedere a Stellantis un impegno su lavoro e lavoratori e dall’altra parte rendere il territorio competitivo per salvare l’indotto. Governo e Regione devono lavorare per implementare le infrastrutture affinché le aziende di fornitura possano lavorare non solo per Stellantis Atessa, ma anche per quello polacco e per il Messico. L’indotto locale cresciuto con la ex Sevel ha supportato una produzione di oltre 300mila furgoni l’anno, pertanto ha capacità, professionalità e competenze per coprire l’intero mercato europeo. A questo scopo è fondamentale una rete ferroviaria efficiente che funga da hub per le rotte europee ed extraeuropee per garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese legate all’automotive e a tutto il comparto manifatturiero abruzzese. Un ultimo appello», conclude il coordinatore regionale Uilm, «lo rivolgo ancora una volta a Regione e Comuni del territorio. Abbiamo bisogno di agevolare la produzione sul territorio e questo significa assicurare servizi efficienti, defiscalizzare dove possibile, dotare la nostra regione di infrastrutture adeguate. Non c’è più tempo. Il lavoro non guarda alle polemiche politiche e, quando manca, la catastrofe è generale».
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