ORSOGNA
Apre il primo museo delle guerre d'Abruzzo
Gruppo di appassionati allestisce quattro sale con i reperti recuperati in provincia grazie anche all'utilizzo di metal detector
ORSOGNA. In America ci avrebbero fatto probabilmente una serie di successo. Ci sono tutti gli elementi: a Orsogna, paese raso al suolo tra il novembre 1943 e il febbraio 1944 a seguito di violenti scontri tra truppe alleate e tedesche, è nato il primo Museo delle guerre d’Abruzzo, inaugurato domenica scorsa, al primo piano del Palazzo della cultura in via Roma, e dal nome giustamente altisonante: “War museum Gustav line”.
L'iniziativa è di un gruppo di appassionati della Seconda guerra mondiale che opera da un trentennio in provincia, ma che, solo da qualche anno, si è riunito in associazione: l’Erma, acronimo per “Esploratori ricerca memoria Abruzzo” che fa pensare proprio a quello che sono, un manipolo di appassionati, studiosi e cultori della storia del periodo, molti dei quali avvocati e giudici, che fa ricerche in quella che fu la linea Gustav. Praticamente setacciano la storia.
E lo fanno letteralmente, con metal detector, pazienza, scarpe buone e fatica, in mezzo a rovi, letti di fiumi, boschi e strade non più battute, alla ricerca di quello che la storia restituisce nella rete della memoria e nelle pieghe del tempo e dello spazio.
Il presidente di Erma Riccardo Fusilli, il vice presidente Andrea Di Marco, avvocato e ricercatore con pubblicazioni storiche, e Vittorio Iovine, assieme ad altri associati e con la consulenza e l’appoggio di Marco Patricelli (giornalista, scrittore e storico) e grazie alla concessione gratuita dei locali dal Comune, hanno allestito quattro sale espositive con centinaia di reperti. Ci sono proiettili, gavette, decine di elmetti, pezzi di mitragliatrici, tantissime monete, ad esempio rupie perfettamente conservate, appartenenti alle truppe indiane in appoggio ai battaglioni degli inglesi, monili come crocifissi, ma anche elefantini appartenenti ai soldati indiani, posate, scatolette. In una sala è stato riprodotto un ospedale da campo, un’altra, ancora in embrione, sarà dedicata alla Brigata Maiella. Tra gli oggetti più interessanti, l’anello appartenuto a un ufficiale tedesco impegnato nella liberazione di Mussolini sul Gran Sasso, rinvenuto da Maurizio Santilli.
«Arrivarono con gli alianti», spiega l’avvocato Iovine, «e viste le condizioni estreme un paio di questi vennero danneggiati e alcuni tedeschi si ferirono, ecco il perché di quell'anello tra le rocce». Vista attraverso gli oggetti l’impatto della storia è più potente. «C’è una gavetta con 8 buchi di uscita», racconta Iovine, «sembra di vederlo quel soldato ferito a morte che l’aveva sul petto». Lo scopo del museo e dell’associazione è manifesto: preservare la memoria.
«La guerra», conclude Iovine, «è più vicina a noi di quanto immaginiamo. E invece molti a Orsogna non sanno quello che il paese ha vissuto. E come esploratori della memoria vogliamo raccontarlo». Il museo, al momento visitabile su prenotazione, sarà a disposizione anche delle scolaresche.
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