Ari, avvisi di pagamento anche i morti
Solleciti per Ici e Tarsu. L'opposizione: alcuni accertamenti non sono neanche congrui
ARI. Nel comune della legalità e della memoria per l'imposte Tarsu e Ici, nei giorni scorsi, sono stati inviati circa 500 avvisi di accreditamento, da poche centinaia fino ad arrivare a migliaia di euro. L'aspetto comico è che sono state spedite raccomandate anche a persone defunte. Mentre le tabelle con le somme da pagare risultano illeggibili.
«Sul sito del Comune», spiega Marcello Salerno, capogruppo di "Ari Futura", «c'è l'avviso in cui il sindaco Elena Di Biase dichiara alla cittadinanza che sono stati fatti dei controlli minuziosi. Ma com'è possibile se poi sono state spedite raccomandate persino ai defunti e gran parte degli avvisi risultato sbagliati e illegittimi?».
A cui c'è poi da aggiungere il fatto che tutte le lettere sono scritte con caratteri piccolissimi e le tabelle risultato difficilmente comprensibili, soprattutto se a leggerle sono le persone anziane.
«L'impossibilità di capire cosa c'è scritto» continua il rappresentante del gruppo di opposizione, «ha costretto molti cittadini a prendere contatti con tecnici mettendo mano al portafogli, sia per leggere i documenti sia per far rimisurare la casa o l'immobile e accertarsi così che la somma pretesa corrispondesse alla reale grandezza dell'immobile. Del resto, sono molti i casi in cui le famiglie hanno pagato somme superiori a quanto richiesto dal Comune».
In sintesi, la deduzione logica che ne viene fuori è che gli accertamenti sono stati fatti in maniera forfettaria e un po' "alla carlona". Ma l'aspetto curioso della faccenda è nelle raccomandate recapitate in case di persone ormai defunte. E qui se non si trattasse di un caso serio c'è da ridere.
«Per queste persone che dal 2005 sono morte», aggiunge il capogruppo di minoranza, «anche se hanno pagato regolarmente, è difficile accertarlo perché, per l'appunto, non possono più testimoniarlo. Ci sono le ricevute, ma il problema è ritrovarle, specie se erano persone anziane che vivevano da sole. In sostanza, quindi, gli eredi devono pagare di nuovo la somma ed è paradossale perché bastava fare un controllo un po' più scrupoloso». Molti cittadini, nel frattempo, hanno cominciato a mettere nero su bianco e hanno fattoricorso alla commissione tributaria.
«Infine», conclude Salerno, «vorrei sottolineare che in un paese piccolo come il nostro, un sindaco saggio avrebbe potuto avvisare per tempo i cittadini, magari con un manifesto o un incontro pubblico, al fine di consentire ad ognuno di fare i dovuti controlli ed evitare questa valanga di avvisi».
«Sul sito del Comune», spiega Marcello Salerno, capogruppo di "Ari Futura", «c'è l'avviso in cui il sindaco Elena Di Biase dichiara alla cittadinanza che sono stati fatti dei controlli minuziosi. Ma com'è possibile se poi sono state spedite raccomandate persino ai defunti e gran parte degli avvisi risultato sbagliati e illegittimi?».
A cui c'è poi da aggiungere il fatto che tutte le lettere sono scritte con caratteri piccolissimi e le tabelle risultato difficilmente comprensibili, soprattutto se a leggerle sono le persone anziane.
«L'impossibilità di capire cosa c'è scritto» continua il rappresentante del gruppo di opposizione, «ha costretto molti cittadini a prendere contatti con tecnici mettendo mano al portafogli, sia per leggere i documenti sia per far rimisurare la casa o l'immobile e accertarsi così che la somma pretesa corrispondesse alla reale grandezza dell'immobile. Del resto, sono molti i casi in cui le famiglie hanno pagato somme superiori a quanto richiesto dal Comune».
In sintesi, la deduzione logica che ne viene fuori è che gli accertamenti sono stati fatti in maniera forfettaria e un po' "alla carlona". Ma l'aspetto curioso della faccenda è nelle raccomandate recapitate in case di persone ormai defunte. E qui se non si trattasse di un caso serio c'è da ridere.
«Per queste persone che dal 2005 sono morte», aggiunge il capogruppo di minoranza, «anche se hanno pagato regolarmente, è difficile accertarlo perché, per l'appunto, non possono più testimoniarlo. Ci sono le ricevute, ma il problema è ritrovarle, specie se erano persone anziane che vivevano da sole. In sostanza, quindi, gli eredi devono pagare di nuovo la somma ed è paradossale perché bastava fare un controllo un po' più scrupoloso». Molti cittadini, nel frattempo, hanno cominciato a mettere nero su bianco e hanno fattoricorso alla commissione tributaria.
«Infine», conclude Salerno, «vorrei sottolineare che in un paese piccolo come il nostro, un sindaco saggio avrebbe potuto avvisare per tempo i cittadini, magari con un manifesto o un incontro pubblico, al fine di consentire ad ognuno di fare i dovuti controlli ed evitare questa valanga di avvisi».
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