Asl, Zavattaro: macchinari troppo vecchi
Il manager replica a Mascitelli: l'investimento sulla tecnologia riduce i tempi di attesa
CHIETI. Francesco Zavattaro reagisce alle accuse di Alfonso Mascitelli sul dirottamento dei fondi per ridurre le liste d'attesa al policlinico. La replica del manager della Asl non s'è fatta attendere, ed è dura, dopo le rivelazioni del senatore dell'Idv che ieri aveva svelato brani di un colloquio proprio con Zavattaro. «L'accusa di aver sottratto fondi delle liste d'attesa è di una gravità inaudita, lo trovo inaccettabile, anche perché configura profili di illegittimità che non appartengono a questa Direzione», attacca il direttore generale della Asl teatina, «perché è stata criminalizzata la nostra decisione di investire su un patrimonio tecnologico obsoleto, insufficiente e vecchio di vent'anni e che incide pesantemente sulla nostra produzione. Voglio dire che con le attrezzature che abbiamo a disposizione, poche e spesso mal funzionanti e soggette a guasti ripetuti, non possiamo garantire quei numeri di attività necessari a smaltire una domanda dell'utenza sempre più massiccia».
Zavattaro conferma che i fondi sono stati impiegati per l'aggiornamento tecnologico, decisione che atrribuisce alla sua direzione generale mentre Mascitelli l'aveva ricondotta a una scelta del commissario-governatore Gianni Chiodi. Accusa che provoca la reazione di Mauro Febbo, assessore regionale all'Agricoltura e unico esponente teatino della giunta di Chiodi, che risponde al senatore dipietrista e vice presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul funzionamento del Servizio sanitario nazionale. Dopo aver difeso il direttore generale Zavattaro, Febbo si rivolge a Mascitelli, le cui accuse «hanno il chiaro obiettivo di criticare il presidente Chiodi e la maggioranza che lo sostiene su un terreno delicato come lo è quello della sanità, facile da strumentalizzare per trovare spazio sui giornali. Noi continuiamo a lavorare», incalza Febbo, «certi che la strada intrapresa sta portando i frutti sperati, e l'impegno sarà massimo per rispondere con i fatti a chi, come Mascitelli, accusa la Regione Abruzzo di "dare vita ad una Sanità a due velocità, tra cittadini più ricchi e quelli più poveri"».
Il manager Zavattaro ne ha anche per il Tribunale per i diritti del malato, che ieri aveva tacciato la direzione della Asl di mantenere segreti i bilanci e i provvedimenti di spesa. «Le falsità dette quasi quotidianamente dal Tdm», attacca il manager, «sono a dir poco desolanti. Posso solo assicurare che questa Azienda non ha mai negato i documenti ad alcuno, e che l'accesso è garantito dalle norme in materia di trasparenza a cui questa Direzione non si è mai sotratta. I bilanci, come tutti gli altri atti, sono pubblici, e per prenderne visione basta semplicemente seguire quel minimo di procedura che la stessa legge richiede. A questa Direzione piacerebbe sapere quale modello di sanità ha in mente il Tdm se non quello basato su sicurezza e qualità dell'assistenza».
Zavattaro conferma che i fondi sono stati impiegati per l'aggiornamento tecnologico, decisione che atrribuisce alla sua direzione generale mentre Mascitelli l'aveva ricondotta a una scelta del commissario-governatore Gianni Chiodi. Accusa che provoca la reazione di Mauro Febbo, assessore regionale all'Agricoltura e unico esponente teatino della giunta di Chiodi, che risponde al senatore dipietrista e vice presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul funzionamento del Servizio sanitario nazionale. Dopo aver difeso il direttore generale Zavattaro, Febbo si rivolge a Mascitelli, le cui accuse «hanno il chiaro obiettivo di criticare il presidente Chiodi e la maggioranza che lo sostiene su un terreno delicato come lo è quello della sanità, facile da strumentalizzare per trovare spazio sui giornali. Noi continuiamo a lavorare», incalza Febbo, «certi che la strada intrapresa sta portando i frutti sperati, e l'impegno sarà massimo per rispondere con i fatti a chi, come Mascitelli, accusa la Regione Abruzzo di "dare vita ad una Sanità a due velocità, tra cittadini più ricchi e quelli più poveri"».
Il manager Zavattaro ne ha anche per il Tribunale per i diritti del malato, che ieri aveva tacciato la direzione della Asl di mantenere segreti i bilanci e i provvedimenti di spesa. «Le falsità dette quasi quotidianamente dal Tdm», attacca il manager, «sono a dir poco desolanti. Posso solo assicurare che questa Azienda non ha mai negato i documenti ad alcuno, e che l'accesso è garantito dalle norme in materia di trasparenza a cui questa Direzione non si è mai sotratta. I bilanci, come tutti gli altri atti, sono pubblici, e per prenderne visione basta semplicemente seguire quel minimo di procedura che la stessa legge richiede. A questa Direzione piacerebbe sapere quale modello di sanità ha in mente il Tdm se non quello basato su sicurezza e qualità dell'assistenza».