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Assalto da 400mila euro al portavalori, va a prendere il marito dopo il colpo: indagata una 46enne pescarese

13 Gennaio 2025

Ecco perché anche  Manoa De Luca, pescarese di 46 anni, è coinvolta nel raid di San Giovanni Teatino

CHIETI. Una donna direttamente coinvolta nell’assalto, sia pur simulato, a un portavalori. È un unicum nel panorama criminale, quantomeno abruzzese, quello che balza agli occhi nell’inchiesta della procura della Repubblica di Chieti sul colpo da 400.000 euro al furgone della ditta Battistolli, compiuto esattamente un mese fa, a San Giovanni Teatino, secondo l’accusa con la complicità di Walter Pardi, 56 anni del posto, il vigilante alla guida del veicolo da cui sono state portate via le tre valigie contenenti il denaro.

LE ACCUSE

Manoa De Luca, pescarese di 46 anni, è finita sul registro degli indagati perché – in base alle contestazioni – si è occupata di recuperare in auto il marito Luigi Di Donato, 44 anni, subito dopo il raid. Sotto inchiesta ci sono anche Angelo Silvestri, 53 anni, originario di Campomarino e domiciliato a Chieti, e Domenico Pollice, 49 anni, napoletano che vive a Montesilvano: si tratta dei titolari della ditta di autonoleggio alla quale è riconducibile una Ford Puma di cui, per la procura, solo fittiziamente è stato denunciato il furto. Quella macchina è stata poi usata per raggiungere il luogo del finto assalto, vale a dire il distributore di carburante Ip accanto al Centro commerciale d’Abruzzo, e per scappare con i soldi.

LA RICOSTRUZIONE

Manoa De Luca, più nello specifico, è accusata di essere andare a riprendere il marito nelle vicinanze del punto in cui è stata abbandonata la Ford Puma. Tutto questo nei minuti immediatamente successivi alla fuga con le banconote. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Chieti sono arrivati a questa conclusione perché, in base alle indagini, è emerso che – la mattina dello scorso 13 dicembre – contrariamente alle proprie abitudini di vita, la donna si è recata dapprima sola in macchina, e poi in compagnia di un uomo, nella stessa direzione e nella stessa zona in cui è stata ritrovata la Puma. E l’accusa ritiene che quell’uomo sia Luigi Di Donato.

AUTO SEQUESTRATA

Nei giorni scorsi, la perquisizione dei militari del reparto operativo è scattata anche nei confronti della De Luca, oltre che degli altri quattro indagati, con l’obiettivo di acquisire ulteriori elementi utili a ricostruire i rapporti tra le persone coinvolte, nonché eventuali contatti nelle fasi precedenti e successive al raid. Gli investigatori hanno sequestrato alla De Luca l’automobile, ovvero la Ford Kuga a lei intestata che sarebbe stata utilizzata per recuperare il marito. Il sostituto procuratore Giancarlo Ciani ha disposto accertamenti sulla macchina: attraverso l’analisi del sistema di navigazione sarà possibile riscontrare il tracciato percorso la mattina del maxi colpo messo a segno in località Sambuceto, nei pressi dell’asse attrezzato che collega Chieti a Pescara.

IL PRIMO INTERROGATORIO

Il primo a professarsi innocente, nel corso di un interrogatorio davanti al pubblico ministero, è stato il vigilante Pardi. A darne notizia è stato il suo legale, l’avvocato Antonio Scipione, che ha sottolineato come il verbale con le dichiarazioni del suo assistito sia stato secretato. Anche gli altri indagati – assistiti dagli avvocati Pasquale D’Incecco, Antonio Valentini, Andrea Pizzirani e Stefano Michelangelo – avranno modo di fornire la propria versione dei fatti e di difendersi dalle pesanti accuse. Potrebbe risultare determinante anche l’analisi degli smartphone e degli altri dispositivi informatici sequestrati agli indagati dai carabinieri: la consulenza è stata affidata all’ingegnere Davide Ortolano.

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