Assistenza nelle case Pagano tutti secondo il reddito

L’assessore Bendotti: norme cambiate dopo 15 anni La partecipazione alle spese fa gestire meglio le risorse

LANCIANO. I servizi di assistenza domiciliare non saranno più gratuiti per tutti, indistintamente. Con l’approvazione in consiglio comunale del nuovo regolamento per i servizi domiciliari è stata introdotta la compartecipazione degli utenti, che pagheranno in base al proprio reddito e all’intensità della prestazione erogata. Una novità che stabilisce equità sociale, grazie all’introduzione di fasce di reddito, e regole chiare di accesso a un servizio di cui in passato si è spesso abusato.

La vicenda, parallela, dell’Adi sanitaria, l’assistenza domiciliare integrata tagliata dalla Asl per rimettere ordine e stanare le prestazioni inappropriate, è un caso emblematico. Ma ha contribuito anche a moltiplicare le richieste di accesso ai servizi domiciliari sociali, quelli erogati dal Comune per l’assistenza agli anziani (65 anni), ai disabili, alle famiglie in difficoltà con minori, ai soggetti fragili soli o che convivono con i familiari.

«Un regolamento esisteva ma era datato addirittura 1998», dice l’assessore alle politiche sociali, Dora Bendotti (lista “Lanciano in comune”), «era quindi necessario adeguarlo alla situazione socio- economica attuale. Oltre a quello sui servizi domiciliari, già approvato in consiglio comunale, abbiamo portato in commissioni anche quelli sul trasporto disabili e sull’erogazione di contributi».

Il servizio si occupa di soggetti con problemi di autonomia e capacità organizzativa nella gestione di sé, nello svolgimento delle attività quotidiane e nei rapporti con l’esterno. Funziona dal lunedì al sabato, nella fascia oraria dalle 8 alle 20, per un minimo di 3 a un massimo di 12 ore settimanali.

La grande novità del nuovo regolamento è la compartecipazione degli utenti alla spesa, coperta con fondi per lo più regionali e comunali. «Prima, indistintamente, non pagava nessuno ed è successo che anche chi non avesse realmente bisogno ne ha usufruito», spiega la Bendotti, «la compartecipazione ci permetterà, quindi, di gestire al meglio le scarse risorse che il Comune ha. Per stabilire in che quantità ogni utente partecipa al costo del servizio sono state introdotte otto fasce di reddito, che vanno da quella esente a quella che paga la quota massima. Questo meccanismo introduce giustizia sociale nell’erogazione dei servizi». Il servizio sarà, inoltre, monitorato periodicamente per valutarne l’efficacia ed eventualmente correggere il tiro.

Sul fronte del sociale, resta qualche incertezza sulla possibilità di riattivare anche il piano per la non autosufficienza. Non sono ancora arrivati tutti i contributi regionali per l’anno in corso, ma ci sarebbe un impegno a rifinanziare il capitolo. Fra qualche mese, del resto, si va al voto per la Regione.

Stefania Sorge

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