Assolti Di Giuseppantonio e l’ex giunta

Processo per le assunzioni facili alla Provincia, per i giudici non ci fu alcun abuso. La soddisfazione dell’ex presidente

CHIETI. «Assolti perché il fatto non sussiste». La sentenza di ieri, attesa dalle ore 13 ma arrivata solo dieci minuti prima delle 19, mette il sigillo a tre anni da incubo per l’ex presidente della Provincia, ora sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, accusato di abuso d’ufficio insieme a tutta la sua giunta e all’ex segretario generale dell’ente, Giovanni Romano. Davanti ai tre giudici Geremia Spiniello, Isabella Allieri e Andrea Di Berardino, in aula ieri c’erano solo Di Giuseppantonio, Romano e l’ex assessore Silvio Tavoletta. Non c’erano invece gli ex colleghi Antonio Tavani, Eugenio Caporrella, Donatello Di Prinzio, Gianfranca Mancini e Mauro Petrucci. Tutti assolti con formula piena. Era presente anche la parte civile, il giovane di Rapino Lorenzo Torto, il cui esposto ha dato il via all’inchiesta sulle presunte assunzioni facili in Provincia, assistito dall’avvocato Graziano Benedetto. Tutto è partito dalla delibera di giunta del 13 dicembre 2010 che dava mandato di ricorrere all’agenzia di lavoro interinale Tempor per assumere personale a tempo determinato. Ci furono infatti otto assunzioni di lavoratori interinali che erano stati già assunti in precedenza con decreti presidenziali e contratti a tempo non più rinnovabili. Ma è stato dimostrato che era tutto regolare. Che il processo sarebbe andato a finire con una sentenza di non colpevolezza lo si era capito sin da quando il pm, Giuseppe Falasca, ha preso la parola per chiedere l’assoluzione. Falasca ha ricordato che la Procura aveva già chiesto l’archiviazione dell’indagine e che poi il gip l’aveva mandata avanti lo stesso disponendo un’imputazione coatta. Le indagini erano state condotte da due pm, Rosangela Di Stefano, poi trasferita a Pescara, e Lucia Campo. Entrambe erano arrivate alla stessa conclusione. «La Procura», ha detto Falasca in aula, «non per ottusaggine ma per ferma convinzione, insiste nel dire che il delitto non c’è dal punto di vista dell’impostazione giuridica». L’ennesimo ribadire che “non c’è reato”, ha reso il lavoro della difesa molto più semplice. Tra l’altro, l’avvocato Benedetto aveva dovuto anche chiedere la sostituzione con l’avvocato d’ufficio Carola Costantini, che si è limitata a chiedere la condanna degli imputati. Una lotta apparsa impari, con il pm sulle stesse posizioni (a parte qualche differenza) del partecipato collegio difensivo composto da Cristiano Sicari, Italo Colaneri, Paolo Sisti, Enrico Ioannoni Fiore, Giuseppe Di Tizio e Cristina Di Renzo. «Non ho mai avuto dubbi sulla giustizia», ha commentato Di Giuseppantonio, «la mia vita politica è stata sempre improntata alla massima correttezza e onestà, nella convinzione di essermi sempre ben comportato in quei difficili anni in cui ho amministrato la Provincia». «Voglio aggiungere», ci ha tenuto a dire l’ex segretario Romano, «di essere orgoglioso di aver operato insieme a Di GIuseppantonio come presidente». «Eravamo certi sin dall’inizio di aver lavorato nel pieno rispetto di leggi e regolamenti», ha detto infine Tavoletta, «e visto che, attraverso lo sport, insegno ai bambini serietà ed onestà, posso dire che oggi è stata una bella giornata per me»”.