Atessa, bomba d’acqua allaga la Sevel: tombini saltati, chiusi due reparti
Problemi nello stabilimento del furgone Ducato: linee produttive interrotte per diversi minuti. Bloccati i settori montaggio e lastratura. In funzione le macchine asciugatrici. Poi l’attività è ripresa
ATESSA. Grossi disagi in Sevel per il forte acquazzone che si è riversato ieri pomeriggio in Val di Sangro e ha fatto danni in mezzo Abruzzo. La pioggia continua e battente ha difatti allagato diverse parti dei capannoni delle officine causando il blocco delle linee nei reparti montaggio e lastratura. In alcuni casi a seguito del fiume d’acqua che si è riversato in pochi minuti, sono perfino scoppiati dei tombini nei corridoi interni dello stabilimento, rendendo impossibile e molto pericoloso il passaggio dei carrelli e dei dipendenti dal momento che il pavimento invaso dall’acqua è diventato scivolosissimo. Per diversi minuti la fabbrica del Ducato Fiat e dei gemelli Peugeot e Citroen ha interrotto le linee in attesa che il temporale diminuisse di intensità e che venissero espletate le operazioni di asciugatura delle zone allagate: il reparto del montaggio è rimasto completamente bloccato per diverso tempo e quello della lastratura ha potuto lavorare solo parzialmente fino a che non è stata eliminata tutta l'acqua piovana.
Diverse le Ute (unità tecnologiche elementari) impossibilitate a lavorare a causa della formazione di estese pozzanghere e di pesanti infiltrazioni dalle pareti e dal soffitto dei capannoni. Le linee si sono fermate anche per scongiurare il rischio effettivo di un black out elettrico. Nel frattempo la direzione aziendale ha immediatamente predisposto l’impiego di speciali macchine asciugatrici che sono passate a più riprese tra le varie linee produttive per tutta la durata del forte acquazzone. I dipendenti, quindi, non sono stati rimandati a casa e la produzione è proseguita, non senza qualche disagio.
Già in passato la Sevel, stabilimento tra i più longevi della Val di Sangro con i suoi 36 anni di storia, si è trovata di fronte a problemi sorti a seguito di avverse condizioni metereologiche o malfunzionamento degli impianti. La neve dello scorso gennaio ha provocato la chiusura per alcuni giorni della Sevel e di diverse fabbriche della Val di Sangro. Altro problema sono i black out elettrici causati spesso dall’abbassamento di tensione sulla rete di fornitura dell’energia elettrica. Nel 2014 un black out particolarmente grave causò ripercussioni negative sul flusso produttivo dello stabilimento, valutate dall’azienda in circa 300mila euro di costi aggiuntivi. La Sevel, tuttavia, non può permettersi di fermarsi. Straordinari programmati per tutto il mese, ferie estive (seppur scaglionate fino a settembre) da smaltire e una mole di lavoro che molto probabilmente porterà lo stabilimento a un altro record produttivo per la fine dell'anno, non consentono arresti forzati. Alla fine dello scorso aprile a seguito di un grave incendio al centro elaborazione dati che aveva comportato l'evacuazione di 800 operai, la produzione era ripartita in tempo di record ad appena poche ore dal rogo.
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