Atessa, multato per danni l’operaio Sevel distratto

Sospensione di tre giorni e 2.300 euro per aver danneggiato 17 furgoni. Fiom insorge: maxi colletta da 50 centesimi

ATESSA. Tre giorni di sospensione e il pagamento di 2.308 euro per attività di riparazione a causa del danneggiamento di 17 veicoli. Accade in fabbrica, in Val di Sangro, nello stabilimento più grande d'Europa per la produzione di veicoli commerciali leggeri, la Sevel (Gruppo Fiat).

All'operaio ed rsa Fiom, Roberto Ferrante, la direzione aziendale ha contestato di aver danneggiato 17 furgoni nelle giornate del 4 e 5 dicembre scorso sul turno di lavoro dalle 5,45 alle 13,45. L'operaio, 47 anni e in Sevel dall'86, avrebbe compiuto un'operazione scorretta in modo ripetuto sul ciclo di lavoro chiamato "carico plancia", un'attività molto complessa sulle catene di montaggio.

L'errore, nonostante i richiami del responsabile dell'unità lavorativa, così come sostenuto dall'azienda, avrebbe provocato la rottura del connettore "luci stop" sulla pedaliera dei 17 furgoni che avrebbe in seguito comportato "costi rilevanti per le attività di riparazione e, quindi, un danno economico-patrimoniale per l'azienda". Di qui il richiamo disciplinare e la "multa" di 2mila e 300 euro da trattenere sulla busta paga a partire da gennaio in rate da 150 euro.

Non era mai accaduto prima che la Fiat "multasse" un operaio per un lavoro mal eseguito. Oltretutto l'azienda non contesta alcun dolo nell'operato del dipendente. «E' la prima volta che accade una cosa del genere nella storia della Fiat sia in Abruzzo che in Italia», tuona la Fiom-Cgil provinciale.

Il caso, sollevato appena prima delle vacanze di Natale, in fabbrica è sulla bocca di tutti. L'operaio, appena ricevuta la lettera di richiamo, ha subito giustificato il suo operato, che, dichiara, «è stato corretto in tutte le procedure». Per Ferrante l'errore sarebbe attribuibile ad un braccio meccanico, «impossibile da gestire manualmente».

Ma al di là dell'errore la Fiom contesta «un precedente pericolosissimo» per gli operai. «Questa azione», critica Marco Di Rocco, « fa parte della strategia della tensione che la Sevel sta portando avanti. Non è concepibile che si usi il ricatto del trattamento economico». «E' la prima volta che si chiedono danni per un errore commesso non volontariamente», commenta amaro Ferrante, «se fossi stato accusato per aver danneggiato con dolo qualche macchinario o la produzione sarei stato passibile di licenziamento. Qui invece si contesta un errore che può essere all'ordine del giorno in una fabbrica con livelli massimi di saturazione. E si attua il ricatto peggiore, quello economico».

La multa di 2mila e 300 euro vale quasi quanto due stipendi medi da operaio che si aggira attorno ai 1.200 euro. «In più», sottolinea l'operaio sanzionato, «perdo quasi altri 300 euro sulla busta paga per i tre giorni di sospensione». «Non deve passare la logica che chi lavora ogni secondo, in un ambiente dove può essere fatale la minima distrazione, l'operaio debba rispondere ad un errore con il proprio salario», sottolinea Marco Di Rocco, della segreteria provinciale della Fiom-Cgil, «dopo il taglio dei diritti in tutte le fabbriche la Fiat passa all'azione incidendo sul salario: se passa quest'idea è la fine».

La Fiom vuole fare di questo episodio «un caso nazionale». Della questione è stato interessato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini e se ne parlerà in assemblea davanti ai cancelli della Sevel il 14 gennaio in presenza di Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom nazionale. «Metteremo in atto iniziative sindacali e legali», promette Di Rocco, «appena rientrati in fabbrica daremo il via ad una raccolta di fondi tra gli operai. Chiediamo ad ognuno 50 centesimi da consegnare alla Fiat a titolo di risarcimento del danno subito e in piena solidarietà con Roberto. Vogliamo lanciare un messaggio a Marchionne e alla Fiat: "Non ci lasceremo intimidire"».

Intanto l'operaio Ferrante farà ricorso contro il provvedimento. A difenderlo l'avvocato Di Stasi, fra i legali della Fiom nazionale e l'avvocato Domenico Sciorra, del foro di Lanciano.

Daria De Laurentiis

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