Atessa, tre turni extra alla Sevel: anche la Fiom sciopera
Dopo Cobas e Usb, la Cgil si astiene 8 ore in occasione degli straordinari. Labbrozzi: "Operai spremuti, l’azienda piuttosto assuma visto che è in crescita"
ATESSA. Sciopero di otto ore per ogni turno lavorativo di straordinario. Dopo Snai Cobas e Usb (Unione dei sindacati di base) anche la Fiom-Cgil ha deciso di contestare le giornate di straordinario programmate da Sevel.
Lo stabilimento del Ducato Fiat si trova in una piena fase di lancio del prodotto, tanto da aver chiuso l’anno con il terzo miglior risultato produttivo di sempre: circa 230mila furgoni invece che i 204mila del 2013. Ma la richiesta di tre giornate di straordinario a gennaio non è piaciuta ad alcuni sindacati e rappresentanti dei lavoratori all’interno dello stabilimento.
«Ancora una volta», scrive il segretario provinciale della Fiom, Davide Labbrozzi, «viene chiesto alle lavoratrici e ai lavoratori della Sevel di fare sacrifici, di nuovo viene spiegato loro che bisogna lavorare di più. Accade quando la Sevel decide di aumentare i carichi di lavoro, avviene oggi con la richiesta di fare straordinario. In questi anni la Sevel ha spiegato quanto fosse necessario fare sacrifici, quanto indispensabile fosse sopportare e supportare, chiaramente per il bene dell’azienda. Le lavoratrici e i lavoratori della Sevel», prosegue Labrozzi, «hanno subìto la politica di contenimento dei salari che grazie ai sindacati “firmatutto” è stata possibile ed è stata implementata benissimo; chi lavora ha subìto gli aumenti di produttività che l’azienda ha supportato con il quasi solo aumento delle saturazioni; le lavoratrici e i lavoratori hanno dovuto accettare che ci fosse una gestione unilaterale delle fermate collettive, interamente pagate da chi lavora. La Fiom», prosegue Labbrozzi, «è ben lieta di apprendere che i volumi produttivi del 2014 vengono confermati per il 2015, ma non si può ignorare l’esigenza di dover agire per ristabilire equità sociale all’interno della fabbrica più produttiva del gruppo per il segmento di appartenenza. La Sevel ha perso nel corso di questi ultimi anni oltre mille occupati, tanti sono stati i fuoriusciti perché precari, oppure pensionabili, o persone che hanno scelto di fare altro. Nonostante ciò, nessun rimpiazzo se non qualche decina di assunti precari».
La Fiom chiede quindi di aprire una «discussione seria su un piano che preveda nuove assunzioni, un percorso di ridistribuzione della ricchezza prodotta e l’analisi dei carichi di lavoro».
Daria De Laurentiis
©RIPRODUZIONE RISERVATA