Auto distrutta da cinghiale, la Regione pagherà i danni
Scontro con l’animale sulla Fondovalle Sagro: l’uomo, di Bomba, avrà tremila euro. Il giudice di pace di Lanciano dà ragione all’automobilista e condanna l’ente
LANCIANO. È rimasto vittima di un incidente d’auto sulla Fondovalle Sangro causato dall’attraversamento di un grosso cinghiale. Non ha riportato gravi conseguenze fisiche, fortunatamente, ma danni all’auto per oltre 3mila euro. A ripagarli sarà la Regione, condannata dal giudice di pace di Lanciano, Miriam Avagnano, a risarcire R.C., di Bomba, per i danni subiti dal veicolo pari a 3.415 euro. Una sentenza importante che apre la strada ad altri ricorsi da parte di automobilisti che incappano in incidenti, anche mortali (Daniela Martorella, mamma di 37 anni, morì in seguito a un incidente causato da cinghiali), per la presenza di animali selvatici sulla strada. Il giudice nella sentenza ha stabilito che la Regione, responsabile della fauna selvatica, è stata carente: «Non ha posto in essere azioni di prevenzione, così come stabilito dalla legge, atte ad evitare danni a persone o cose da parte di animali selvatici. Non ha tenuto inoltre in debita considerazione il pericolo ampiamente prevedibile dell’eccessivo ripopolamento di ungulati nella zona della Fondovalle Sangro».
Il magistrato ha accolto così la tesi dell’avvocato Massimiliano Matteucci, legale dell’automobilista, che ha ripercorso l’orientamento della Cassazione, la quale ha più volte riconosciuto la legittimazione passiva della Regione Abruzzo nei giudizi di responsabilità (ex art. 2043 c.c.), causati proprio dalla fauna selvatica per i danni arrecati alla circolazione delle autovetture. L’incidente è accaduto un anno e mezzo fa. R.C., uscito da lavoro alle 19,30, era alla guida della sua Fiat Croma nel tratto di Bomba della Fondovalle, quando un cinghiale di grandi dimensioni è sbucato sulla carreggiata. L’automobilista non è riuscito ad evitare l’impatto con l’animale che ha urtato la parte frontale del mezzo e poi è morto. «La morte e l’intervento della Forestale nella rimozione hanno permesso di provare che l’incidente è stato causato dal cinghiale», spiega l’avvocato, «ma spesso gli animali fuggono e non si trovano tracce». A processo hanno testimoniato anche rappresentanti del Comune che più volte ha sollecitato il prefetto sul problema cinghiali. La Regione può impugnare la sentenza, ma la Cassazione è stata chiara in materia e anche la Corte d’appello aquilana ha già respinto alcuni ricorsi.