Autoporto, la gestione è troppo costosa

Nessuna proposta operativa per rilevare e completare l’impianto per il quale sono stati già spesi 33 milioni di euro

SAN SALVO. La Regione accorre al capezzale dell'autoporto di Piana Sant'Angelo ma nessun privato è disposto a farsi carico delle spese di gestione del faraonico impianto. L'odissea del centro di smistamento delle merci di San Salvo è destinata a durare ancora a lungo. La consultazione organizzata dalla commissione Industria della Regione con aziende e associazioni ha rivelato che la crisi ha modificato radicalmente aspirazioni, esigenze e soprattutto i bilanci delle industrie locali. Nessun privato può permettersi di farsi carico delle spese di recupero e gestione dello scalo. Pilkington, ma anche Denso hanno detto chiaramente di non essere interessate all'autoporto. Lo stesso la Cna. La Sangritana è disposta a fare la sua parte ma certo non da sola.

«La Regione non si arrende», dice il consigliere regionale Nicola Argirò, «l'ufficio regionale che si occupa dei Prit ha inserito porto e autoporto nei progetti da finanziare. La Regione è tuttavia in attesa di vedere quali saranno le decisioni del governo Monti su porti e autoporti e se le strutture diverranno o meno statali». La situazione torna insomma in stand-by.

L’impianto, 83mila 500 metri quadrati, è dotato di 48 piazzali per la sosta dei Tir e di 2.343 magazzini. Per realizzarlo sono stati spesi 33milioni di euro. Ne servirebbero molti altri per ristrutturarlo e completarlo. In un momento di estrema povertà per il Chietino la cittadella appare ormai inutile. Ma soprattutto nessuno ha risorse da investire sulla struttura. Servirebbero finanziamenti. La Regione punterà sui Fas.

I rappresentanti del Pd sollecitano la Provincia a recuperare un ruolo autorevole per programmare il rilancio dell'autoporto e il futuro economico del Vastese. Il Pd punta sulla trasformazione dell’autoporto in area prove su pista dei prototipi prodotti dal centro ricerche Automotive della Val di Sangro. La posizione geografica inserisce l'impianto al centro di tre grossi agglomerati industriali, Val di Sangro, Piana Sant'Angelo e Piana del Re a Termoli.

«Va assolutamente recuperato», insistono i consiglieri provinciali del centrosinistra. «E comunque va fatto l'impossibile per completare al più presto il raccordo ferroviario tra l'area industriale di Piana Sant'Angelo e il porto di Punta Penna. Questo interessa moltissimo sia alla Pilkington che alla Denso e ancora più alla Sevel che lavora già molto su Punta Penna. A maggior ragione ora che finalmente le procedure sul nuovo Prg portuale si sono sbloccate», afferma l'opposizione.

Paola Calvano

©RIPRODUZIONE RISERVATA