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Baccile: il seme illegale nasce negli istituti di credito
CHIETI. «Conosco una storia all’incontrario, di un direttore di banca, travolto dagli scandali della filiale dell’istituto di credito che dirigeva, che invischiato nei meccanismi poco chiari...
CHIETI. «Conosco una storia all’incontrario, di un direttore di banca, travolto dagli scandali della filiale dell’istituto di credito che dirigeva, che invischiato nei meccanismi poco chiari innescati dalla banca si è suicidato». E’ Gennaro Baccile, che parla, presidente onorario della Sos utenti, associazione consumatori che ha dichiarato guerra a certi meccanismi usati dalle banche, messi in atto ufficialmente e ottenuto a favore di chi si è rivolto all’associazione consumatori molte sentenze che hanno condannato gli istituti a risarcire il cliente con somme di denaro salatissime.
«Conosco come associazione la storia capitata all’imprenditore», racconta, «storie simili purtroppo le ascolto ogni giorno di persone vessate da debiti e che spesso finiscono nelle mani di usurai che li mandano in rovina».
Baccile dice che spesso il seme dell’usura parte dalla stessa banca. Imprenditori e clienti vengono monitorati dall’istituto di credito.
Se non restituiscono i soldi dei prestiti oppure vanno in rosso sul loro conto corrente, vengono segnalati alla Banca d’Italia, alla Centrale rischi. Automaticamente le altre banche sono avvertite e quindi negano ogni aiuto. Ecco che inizia la via Crucis: la vittima viene avvicinata da persone, mediatori che spesso hanno a che fare con la banca. I prestiti proposti sono a tassi altissimi ma i «benefattori», non chiedono alcuna garanzia. L’imprenditore pur di uscire dal tunnel dei debiti accetta le condizioni, anzi ringrazia. Ma dopo poco non riesce a restituire il prestito, che viene rinegoziato a tassi usurari e questa volta con la richiesta di garanzie, quelle di parenti e amici e di qualche mazzetta fuoribusta, per oliare l’interessamento. Il meccanismo perverso si è innescato.(k.g.)