Bancarotta Villa Pini, Angelini rinviato a giudizio
Il crac da 200 milioni di euro, l'ex imprenditore della sanità a giudizio insieme alla moglie e alla figlia. La banca Unicredit si costituisce parte civile: sono altre dieci le parti offese
CHIETI. L'ex imprenditore della sanità privata Vincenzo Angelini, grande accusatore nel processo per la sanitopoli abruzzese che con le sue dichiarazioni portò in carcere a luglio del 2008 l'allora presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo, con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale per il crac finanziario da 200 milioni di euro che aveva portato al fallimento della clinica Villa Pini di Chieti nel gennaio 2010.
Insieme con Angelini sono stati rinviati a giudizio la moglie Anna Maria Sollecito - che ha gli stessi capi di imputazione dell'ex imprenditore - la figlia Chiara e i componenti del collegio sindacale, Giovito Di Nicola, Guglielmo Ascione e Lorenzo Appignani. La figlia è accusata di distrazione di beni, mentre gli altri tre imputati devono rispondere di omesso controllo della contabilità, Di Nicola in qualità di presidente del collegio sindacale, gli altri due quali sindaci effettivi.
Nel corso dell'udienza preliminare si è costituita parte civile Unicredit Banca di Roma, una delle undici parti offese individuate dall'accusa; le altre dieci sono rappresentate dalla curatela di altrettante società dichiarate fallite e che facevano parte del gruppo Villa Pini, guidato da Angelini. Il 27 aprile del 2010 Angelini era stato posto agli arresti domiciliari su ordine di custodia cautelare per i reati per i quali oggi è imputato; l'arresto però era stato annullato il 23 settembre successivo dalla Cassazione perché Angelini non poteva inquinare le prove e non c'era nessun rischio che potesse reiterare il reato. La prima udienza del processo Š stata fissata al 20 marzo del 2012.
Insieme con Angelini sono stati rinviati a giudizio la moglie Anna Maria Sollecito - che ha gli stessi capi di imputazione dell'ex imprenditore - la figlia Chiara e i componenti del collegio sindacale, Giovito Di Nicola, Guglielmo Ascione e Lorenzo Appignani. La figlia è accusata di distrazione di beni, mentre gli altri tre imputati devono rispondere di omesso controllo della contabilità, Di Nicola in qualità di presidente del collegio sindacale, gli altri due quali sindaci effettivi.
Nel corso dell'udienza preliminare si è costituita parte civile Unicredit Banca di Roma, una delle undici parti offese individuate dall'accusa; le altre dieci sono rappresentate dalla curatela di altrettante società dichiarate fallite e che facevano parte del gruppo Villa Pini, guidato da Angelini. Il 27 aprile del 2010 Angelini era stato posto agli arresti domiciliari su ordine di custodia cautelare per i reati per i quali oggi è imputato; l'arresto però era stato annullato il 23 settembre successivo dalla Cassazione perché Angelini non poteva inquinare le prove e non c'era nessun rischio che potesse reiterare il reato. La prima udienza del processo Š stata fissata al 20 marzo del 2012.