Basta manifestazioni in centro
Ordinanza del Comune ma insorgono le associazioni.
VASTO. Stop a banchetti per la raccolta di firme, tazebao e spettacoli per bambini nel centro storico, da sempre cuore pulsante della vita aggregativa. La giunta mette al bando le occupazioni di suolo pubblico nelle zone adiacenti il municipio, appellandosi al “decoro urbano” e scatenando le ire di associazioni e comitati. E l’ordinanza ha valore retroattivo.
A leggere il provvedimento varato dall’amministrazione comunale di centrosinistra sembra proprio che iniziative come l’allestimento di banchetti per la sottoscrizione di petizioni o la divulgazione di materiale siano deleteri per l’immagine del centro storico. Manifestazioni da bandire categoricamente precludendo l’utilizzo degli spazi pubblici in piazza Diomede, piazza Lucio Valerio Pudente e piazza Barbacani, da sempre scenario ideale per partiti, comitati cittadini e associazioni di volontariato.
Con la stessa delibera l’esecutivo, guidato dal sindaco Luciano Lapenna (Pd), revoca con effetto immediato tutte le autorizzazioni già rilasciate. «L’obiettivo è di tutelare il decoro e l’immagine del centro storico, ma l’amministrazione si è riservata di decidere di volta in volta», spiega conciliante l’assessore al Patrimonio, Vincenzo Sputore (Pd), «eventuali richieste per manifestazioni di particolare importanza o di interesse per la città saranno oggetto di attenta valutazione da parte della giunta comunale che deciderà di conseguenza».
Il provvedimento è però stato accolto con disappunto in città, dove si registrano le prime reazioni.
«E’ un’iniziativa che non condividiamo per tutta una serie di ragioni», attacca Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci, una delle associazioni che vanta il maggior numero di iscritti, «si tratta, tra l’altro, di un indirizzo politico che contrasta in maniera stridente con i propositi di valorizzazione e di riqualificazione del centro storico». E una bocciatura arriva anche dal neonato comitato “Piazza San Pietro”.
«E’ un fatto grave che suona come una censura alla spontaneità democratica delle associazioni», sentenzia Ivo Menna, portavoce del sodalizio, «non sono i banchetti per la raccolta delle firme o gli spettacoli per i bambini a pregiudicare il decoro del centro storico, ma le condizioni di evidente degrado di alcuni edifici, come ad esempio Palazzo Palmieri, che versa in uno stato di incuria e di abbandono. Provvedimenti del genere», conclude critico Menna, «stridono con la dichiarata volontà di riqualificare il vecchio borgo».
A leggere il provvedimento varato dall’amministrazione comunale di centrosinistra sembra proprio che iniziative come l’allestimento di banchetti per la sottoscrizione di petizioni o la divulgazione di materiale siano deleteri per l’immagine del centro storico. Manifestazioni da bandire categoricamente precludendo l’utilizzo degli spazi pubblici in piazza Diomede, piazza Lucio Valerio Pudente e piazza Barbacani, da sempre scenario ideale per partiti, comitati cittadini e associazioni di volontariato.
Con la stessa delibera l’esecutivo, guidato dal sindaco Luciano Lapenna (Pd), revoca con effetto immediato tutte le autorizzazioni già rilasciate. «L’obiettivo è di tutelare il decoro e l’immagine del centro storico, ma l’amministrazione si è riservata di decidere di volta in volta», spiega conciliante l’assessore al Patrimonio, Vincenzo Sputore (Pd), «eventuali richieste per manifestazioni di particolare importanza o di interesse per la città saranno oggetto di attenta valutazione da parte della giunta comunale che deciderà di conseguenza».
Il provvedimento è però stato accolto con disappunto in città, dove si registrano le prime reazioni.
«E’ un’iniziativa che non condividiamo per tutta una serie di ragioni», attacca Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci, una delle associazioni che vanta il maggior numero di iscritti, «si tratta, tra l’altro, di un indirizzo politico che contrasta in maniera stridente con i propositi di valorizzazione e di riqualificazione del centro storico». E una bocciatura arriva anche dal neonato comitato “Piazza San Pietro”.
«E’ un fatto grave che suona come una censura alla spontaneità democratica delle associazioni», sentenzia Ivo Menna, portavoce del sodalizio, «non sono i banchetti per la raccolta delle firme o gli spettacoli per i bambini a pregiudicare il decoro del centro storico, ma le condizioni di evidente degrado di alcuni edifici, come ad esempio Palazzo Palmieri, che versa in uno stato di incuria e di abbandono. Provvedimenti del genere», conclude critico Menna, «stridono con la dichiarata volontà di riqualificare il vecchio borgo».