Bilancio 2010, Di Primio contro i revisori
Il sindaco: facciano il loro lavoro senza fare politica, il consuntivo è legittimo
CHIETI. «Invito il collegio dei revisori dei conti a svolgere il proprio lavoro evitando di dare giudizi che non sono di loro competenza. Hanno gridato allo scandalo per un residuo di appena 84 euro mentre negli anni scorsi avallavano bilanci con residui passivi di milioni di euro». Il sindaco Umberto Di Primio è un fiume in piena. Nel commentare il bilancio 2010 dell'ente, che questa mattina passerà al vaglio del consiglio in una seduta che si annuncia ad alta tensione, bacchetta senza mezzi termini il collegio dei revisori dei conti.
Il dito viene puntato sul presidente Valerio D'Amicodatri, noto esponente cittadino del Pd. Il sindaco è furente.
«Il presidente del collegio dei revisori dei conti non può fare politica. Nella relazione allegata al consuntivo 2010 i revisori esprimono un parere favorevole», spiega Di Primio, «salvo poi avanzare delle perplessità che invece dovrebbero fugare in considerazione del ruolo istituzionale che ricoprono. Voglio giudizi netti e non considerazioni che prestano il fianco agli attacchi strumentali dell'opposizione».
Il riferimento è alle due pregiudiziali che verranno presentate in consiglio dalla minoranza che definisce non veritiero l'avanzo di bilancio prodotto. Nello specifico i partiti di centrosinistra, forti della dichiarazione dei revisori dei conti che hanno bollato gli avanzi di bilancio come inattendibili, chiedono chiarezza sui 3 milioni e 200 mila euro corrisposti al Comune dall'assicurazione di palazzo Valignani dopo il terremoto e sui 2 milioni e 700 mila euro compresi tra i residui attivi, ovvero tra i crediti, per anticipazioni di spesa elargite dal 2001 al 2007 al teatro Marrucino. Secondo l'opposizione i soldi dell'assicurazione sono stati inseriti in maniera sbagliata tra le economie dal dirigente ad interim di settore, l'architetto Enzo Paolini.
I soldi sarebbero vincolati, a detta dalla minoranza, al restyling della sede centrale di palazzo d'Achille come stabilito dal consiglio comunale nel novembre scorso e quindi catalogabili in residui passivi.
Invece il Comune li utilizzerà per coprire i debiti fuori bilancio che ammontano a circa 3 milioni e 600 mila euro per il contenzioso con la Provincia e un credito vantato dalla Soget.
«I soldi dell'assicurazione», replica Roberto Melideo, assessore al bilancio, «non sono vincolabili per legge mentre il residuo attivo del teatro è frutto della delibera 846 del 2009 fatta dal centrosinistra. Comunque la somma verrà pareggiata con un residuo passivo dello stesso importo». Il sindaco aggiunge. «Il consuntivo è legittimo».
Il dito viene puntato sul presidente Valerio D'Amicodatri, noto esponente cittadino del Pd. Il sindaco è furente.
«Il presidente del collegio dei revisori dei conti non può fare politica. Nella relazione allegata al consuntivo 2010 i revisori esprimono un parere favorevole», spiega Di Primio, «salvo poi avanzare delle perplessità che invece dovrebbero fugare in considerazione del ruolo istituzionale che ricoprono. Voglio giudizi netti e non considerazioni che prestano il fianco agli attacchi strumentali dell'opposizione».
Il riferimento è alle due pregiudiziali che verranno presentate in consiglio dalla minoranza che definisce non veritiero l'avanzo di bilancio prodotto. Nello specifico i partiti di centrosinistra, forti della dichiarazione dei revisori dei conti che hanno bollato gli avanzi di bilancio come inattendibili, chiedono chiarezza sui 3 milioni e 200 mila euro corrisposti al Comune dall'assicurazione di palazzo Valignani dopo il terremoto e sui 2 milioni e 700 mila euro compresi tra i residui attivi, ovvero tra i crediti, per anticipazioni di spesa elargite dal 2001 al 2007 al teatro Marrucino. Secondo l'opposizione i soldi dell'assicurazione sono stati inseriti in maniera sbagliata tra le economie dal dirigente ad interim di settore, l'architetto Enzo Paolini.
I soldi sarebbero vincolati, a detta dalla minoranza, al restyling della sede centrale di palazzo d'Achille come stabilito dal consiglio comunale nel novembre scorso e quindi catalogabili in residui passivi.
Invece il Comune li utilizzerà per coprire i debiti fuori bilancio che ammontano a circa 3 milioni e 600 mila euro per il contenzioso con la Provincia e un credito vantato dalla Soget.
«I soldi dell'assicurazione», replica Roberto Melideo, assessore al bilancio, «non sono vincolabili per legge mentre il residuo attivo del teatro è frutto della delibera 846 del 2009 fatta dal centrosinistra. Comunque la somma verrà pareggiata con un residuo passivo dello stesso importo». Il sindaco aggiunge. «Il consuntivo è legittimo».
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