Blitz in night club e fabbrica In 24 al lavoro ma in nero
Controlli dell’Ispettorato e dei commissariati di polizia a San Vito e nel Vastese Trovato anche un clandestino. Chiuse due attività multate per centomila euro
SAN VITO. Ventuno lavoratori risultati privi di assunzione in un locale notturno di San Vito; tre lavoratori in nero, tra cui un clandestino, impiegati in un’azienda manifatturiera del Vastese. Sono gli esiti dei controlli effettuati lo scorso marzo dagli ispettori del lavoro di Chieti e dai commissariati di polizia di Lanciano e Vasto. Le attività sono state chiuse e i titolari sanzionati con multe salate, per oltre 100mila euro in totale.
A San Vito tutti i lavoratori del night club “Insomnia”, in contrada Pontoni, sono risultati privi di regolare assunzione. Su ventuno dipendenti solo quattro sono uomini e della zona, i restanti sono ragazze provenienti dai paesi dell’Est ma non solo. Ci sono romene, ucraine e polacche, ma anche qualcuna da Tunisia e Kirghizistan. Erano impiegati come figuranti di sala, addetti al bar e alla sicurezza, ma tutti in nero.
Il blitz è scattato in orario di apertura, con il locale semivuoto, segno di una crisi anche in questo settore. Nei confronti del titolare, un italiano della zona, è scattato il provvedimento della sospensione dell’attività, oltre a sanzioni per un importo superiore a 90mila euro.
Nel Vastese, invece, i controlli sono scattati in un’azienda manifatturiera, dove sono stati trovati tre lavoratori privi di regolare assunzione, di cui uno clandestino. Gli ispettori del lavoro di Chieti hanno chiesto l’intervento del commissariato di polizia di Vasto per gli accertamenti sulla posizione del clandestino. L’attività di produzione dell’azienda è stata sospesa e la stessa multata per 20mila euro.
Nel Frentano non è il primo caso di lavoro nero del 2015. Sempre lo scorso marzo la Procura di Lanciano e la polizia hanno rivelato le condizioni inumane in cui erano costretti a lavorare operai stranieri in una fabbrica di saldatura in contrada Solagne, a Roccascalegna. Adescati in Romania con la promessa di un lavoro regolare, una volta in Abruzzo erano senza paga, sottomessi, picchiati e minacciati, anche con l’uso di una pistola. A far scattare le indagini è stata la telefonata di un operaio maltrattato a una tv romena. Due persone, tra cui il gestore dell’azienda, sono finite in carcere per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, e altre tre sono indagate a piede libero. La Procura ha ottenuto il sequestro preventivo dell’azienda.
Stefania Sorge
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