«Bomba ecologica vicino alle case»
Progetto per un impianto di rifiuti pericolosi. Rifondazione insorge
CHIETI. «Bomba ecologica» da 114.210 tonnellate vicino a case, ospedale e Villaggio olimpico. Di questo discuterà la conferenza di servizi convocata in Regione martedì 8 settembre. Il consigliere regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo chiede un chiaro no del sindaco Ricci. «Altrimenti Chieti e la Val Pescara non verranno mai riqualificate», sottolinea l’ex parlamentare nella conferenza stampa di ieri mattina in Comune. Il progetto, denominato «Piattaforma integrata per l’autodemolizione, la messa in riserva e lo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi» viene presentato dalla ditta Siderferroplast di Luciano Bellia & C. a distanza di poco tempo da una serie di incendi di depositi di rifiuti nella stessa zona, (già altamente inquinata). Incendi che hanno messo in serio pericolo l’ambiente e sui quali pendono indagini da parte degli inquirenti sulla loro natura dolosa. L’impianto dovrebbe nascere su via Custoza, in una zona vicina a decine di abitazioni nei pressi della ferrovia, in un’area dove già c’è un impianto di demolizione. I rifiuti pericolosi, continua il consigliere di Rifondazione comunista, sono 161, tra questi amianto, oli e rifiuti plastici contenenti i Pcb «i pericolosissimi policloro bibenili», tutti componenti del codice Cer (Catalogo europeo dei rifiuti). La ditta di Luciano Bellia rileverebbe, ampliandola, un’attività di autodelomizione a pochi metri da decine di abitazioni, dalla ferrovia Roma-Pescara e dal villaggio dei Giochi del Mediterraneo. Il progetto all’attenzione della conferenza di servizi, primissima fase della procedura, «se approvato», continua Acerbo, «perpetuerebbe e rafforzerebbe il ruolo di Chieti Scalo quale ricettacolo dei rifiuti pericolosi e non pericolosi di mezza Italia. Anche il progetto sul Centro Oli», continua il rappresentante di Rifondazione, «iniziò con una conferenza di servizi nella quale sia centrodestra che centrosinistra diedero il loro assenso e solo quando si arrivò alla definitiva approvazione gli stessi si accorsero che si trattava di un impianto che avrebbe messo a serio rischio la agricola della zona». Acerbo chiede una chiara posizione al sindaco Francesco Ricci, alla amministrazione e anche a tutti gli enti coinvolti, affinché neghino subito l’autorizzazione. «In caso contrario Chieti non si libererà mai dal giogo dei rifiuti», dice Acerbo «una situazione che troppo spesso è stata oggetto dell’intervento della magistratura nei confronti dei gestori degli impianti nonché di ignoti delinquenti che con i loro incendi dolosi hanno messo a rischio la salute di migliaia di cittadini». |