Bomba, la Forest Oil rinuncia al ricorso
Gas dal lago. Superati i termini per l’opposizione al no del comitato Via. Esultano i residenti: «Ora la ditta ci ridia i terreni»
BOMBA. «Dopo più di quattro anni di dura battaglia, il pericolo che la Forest Oil costruisca un impianto di estrazione e raffinazione di gas naturale a pochi passi dal lago è stato definitivamente scongiurato». Esulta il comitato “Gestione Partecipata Territorio”, che vede allontanarsi il rischio della costruzione di una raffineria a forte impatto ambientale in un territorio votato al turismo. Dopo il no definitivo del comitato Via regionale dello scorso novembre, adesso sono decorsi i termini per un eventuale ricorso al Tar da parte della multinazionale americana. La notizia è stata comunicata alla cittadinanza attraverso un manifesto.
«Quando quattro anni fa abbiamo iniziato la battaglia contro la Forest Oil», ripercorre le tappe il comitato dei cittadini presieduto da Massimo Colonna, «nessuno di noi immaginava di poter sconfiggere un tale colosso e di poter incidere su quella che ormai sembrava una decisione inevitabile. Pochi cittadini di un piccolo paesino dell’entroterra abruzzese contro una società quotata alla borsa di New York suonava per molti già come un verdetto. Ma come potevamo rimanere indifferenti di fronte a tutto quello che si prospettava? Quella scelta di insediare una raffineria appariva fin troppo scellerata: troppi rischi per l’ambiente, per l’assetto idrogeologico e per la salute dei cittadini: é per questo che non ci siamo arresi!».
Quattro anni che il comitato ha trascorso, prima di tutto, a documentarsi e a studiare le carte presentate dall’azienda di Denver, poi a presentare osservazioni e a informare a tappeto la cittadinanza, senza perdersi una riunione del comitato Via all’Aquila che, lo scorso 20 novembre, ha espresso il suo secondo parere negativo al progetto della Forest. Ad oggi sono decorsi anche i termini per un eventuale ricorso al Tar da parte dell’azienda, che in questi anni ha effettuato 20 milioni di euro di investimenti.
«Ogni tanto la storia riserva delle piacevoli sorprese», gioisce il comitato ringraziando i cittadini della vallata, le associazioni e le istituzioni (Provincia e 19 Comuni) che hanno contribuito a quella che viene definita una «giusta e importante vittoria», «i “cafoni di Fontamara” questa volta non sono stati ingannati dai modi lusinghieri, dall’elemosina truffaldina e dalle forbite e ammalianti parole, ma hanno saputo far valere i propri diritti e difendere i propri interessi. Adesso vogliamo che i terreni occupati siano riportati al loro stato naturale: pretendiamo il ripristino ambientale».
Stefania Sorge
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