Bonifica sud, rimosso il presidente dei revisori
Felice aveva denunciato la gravità della situazione finanziaria dell’ente L’assessore regionale Febbo chiede di tornare al voto per la nomina del Cda
VASTO. È stato rimosso dall’incarico Raffaele Felice, presidente del collegio sindacale, che nelle scorse settimane aveva denunciato la disastrosa situazione finanziaria del Consorzio di bonifica Sud. L’ente, guidato da Fabrizio Marchetti, è finito nella bufera per i conti in rosso: oltre a non pagare gli stipendi ai dipendenti da diversi mesi, ha maturato debiti nei confronti di alcuni istituti previdenziali e ha una esposizione bancaria con il tesoriere, la Cassa di risparmio di Chieti, di circa tre milioni di euro.
Nel frattempo l’assessore regionale alle politiche agricole, Mauro Febbo, ha chiesto la reintegrazione dei membri dimissionari tramite l’indizione di parziali elezioni consortili. Il delegato della giunta del presidente della Regione Gianni Chiodi, solleva il problema della “rappresentatività democratica”. «Si propone ogni iniziativa volta alla reintegrazione dei membri elettivi del consiglio dei delegati mediante l’indizione di elezioni parziali finalizzate alla sostituzione dei membri mancanti», scrive Febbo, «tale soluzione appare altresì auspicabile anche sotto un profilo tecnico-amministrativo in quanto consentirebbe di tutelare i consorziati estranei alle vicende politico-amministrative dell’ente».
La situazione del Consorzio di bonifica Sud, stretto dai debiti e con il tesoriere che minaccia azioni giudiziali, è al collasso. Molti paventano il default. Nei mesi scorsi era stato il presidente del collegio dei revisori, rimosso l’altra sera dall’incarico dopo una infuocata riunione della deputazione amministrativa, a suonare l’allarme rivelando un deficit di 23 milioni di euro (smentito dai vertici che hanno ridimensionato l’importo), derivante dalla sommatoria dei debiti accumulati negli ultimi sette anni.
Lo stato fallimentare dell’ente consortile (iscritto alla Centrale rischi) è stato evidenziato dal ragionier Felice in una corposa relazione consegnata alla Procura della Repubblica dallo stesso professionista, il quale nei giorni scorsi è stato ascoltato per circa due ore dalla commissione regionale di vigilanza presieduta da Gino Milano.
In precedenza erano state le organizzazioni di categoria, Coldiretti, Cia e Copagri a puntare l’indice sulla gestione e sulla paralisi amministrativa dell’ente consortile, parlando di un deficit di 14 milioni di euro. Un balletto di cifre sul quale c’è quindi necessità di fare estrema chiarezza. Ed è quanto stanno chiedendo da tempo le associazioni degli agricoltori e le forze politiche.
È dei giorni scorsi la richiesta del capogruppo provinciale pd, Camillo D’Amico, di convocazione della commissione consiliare agricoltura e foreste della Provincia, presieduta da Franco Moroni. Alla seduta è stata richiesta espressamente la presenza del direttore dell’ente consortile, Nicolino Sciartilli, e dei componenti del collegio sindacale. Secondo D’Amico «la gravissima ed incerta situazione finanziaria del Consorzio sta generando difficoltà gestionali, mentre si continuano a produrre atti di dubbia legittimità».
Nel frattempo il consiglio provinciale ha respinto, per un solo voto, la mozione proposta dal consigliere provinciale pd Giuseppe Forte per l’azzeramento dei vertici e il commissariamento dell’ente. Unica soluzione, secondo i proponenti, in grado di ripristinare la legalità nell’ente, stretto dai debiti e con i dipendenti senza stipendio da mesi.
Anna Bontempo
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