Bonifica Sud senza stipendi da tre mesi

Continua lo stato di agitazione dei dipendenti del Consorzio: «Solito rimbalzo di responsabilità»

VASTO. Prosegue lo stato di agitazione dei dipendenti del Consorzio di bonifica sud, che da tre mesi non percepiscono lo stipendio. A preoccupare le organizzazioni sindacali regionali, le Rsa Cgil, Cisl e Uil, e i lavoratori, è la mancata considerazione della grave crisi economica e finanziaria che soffoca l’ente, che abbraccia 46 comuni delle province di Chieti e Campobasso. Il debito del Consorzio ha di gran lunga superato i 6,5 milioni di euro, ultima cifra ufficiale disponibile, che risale ormai a qualche anno fa.

Anche per fare chiarezza sull’entità dei conti dell’ente, presieduto da Fabrizio Marchetti, nei giorni scorsi era stata convocata l’assemblea aperta, alla quale erano stati invitati le associazioni di categoria (Cia, Coldiretti, Copagri e Confagricoltura), la deputazione amministrativa, il consiglio dei delegati e il collegio dei revisori dei conti. Ma alla riunione hanno partecipato solo il rappresentante Cia, Giuseppe Torricella, il deputato dimissionario Tommaso Dell’Oso, rappresentante della Copagri, e l’ex vicepresidente del Consorzio, anch’egli dimissionario, Emilio Pace.

«I dipendenti», scrivono in una nota, «pur prendendo atto della presenza degli intervenuti, non hanno ottenuto comunque risposte sul perché di tanta inerzia per la ricostituzione dell’amministrazione consortile, vacante ormai da oltre sei mesi. Situazione che comporta un inevitabile rallentamento dell’attività fino all’impossibilità, ad oggi, di proseguire nelle finalità proprie del Consorzio, che mirano allo sviluppo e alla difesa del territorio nonché a garantire la risorsa idrica per uso agricolo, industriale e turistico. Gli invitati presenti», continuano i lavoratori, «hanno riferito di un tavolo verde tenutosi tra l’assessorato all’agricoltura e le associazioni di categoria, per valutare soluzioni utili per il futuro del Consorzio, ma visto lo stato attuale pare sia stato un incontro infruttuoso».

All’assemblea era atteso soprattutto il collegio dei revisori dei conti, organo di vigilanza sulla gestione del Consorzio, che avrebbe dovuto fornire chiarimenti sulla situazione amministrativo-contabile dell’ente. Un tentativo di confronto era stato richiesto alla Regione, senza riscontro, così i lavoratori hanno interessato il prefetto dello stato di agitazione, che continuerà con assemblee permanenti fino a quando non avranno riscontri concreti ai loro interrogativi.

«Restiamo amareggiati e delusi perché ancora una volta abbiamo assistito al solito teatrino fatto di rimbalzi di responsabilità», concludono i dipendenti, «senza ottenere risposte su chi risolverà i tanti problemi del Consorzio e su chi pagherà il conto finale».

Stefania Sorge

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