Buco da un milione e mezzo nei conti della Provincia di Chieti
Sforato il patto di stabilità. Di Giuseppantonio: sanzioni già pagate, nessun effetto sui trasferimenti statali
CHIETI. La Provincia ha sforato di 1 milione e 517 mila euro, come certificato dai revisori dei conti in data 29 marzo, il Patto di stabilità. Di conseguenza incorrerà in una serie di sanzioni fissate dallo Stato, già comunque in parte applicate a partire dal taglio del 30% dello stipendio degli amministratori e l’aumento delle aliquote locali tipo l’imposta sulle assicurazioni fatta salire dal 28% al 30% a decorrere dal 1° gennaio 2013, ma non subirà minori trasferimenti dallo Stato. Previsti, regolamento del Patto di stabilità alla mano, nella misura della somma sforata. Questo perché l’ente provinciale ha beneficiato di fondi europei che andranno a scomputo dello sforamento avvenuto.
«E’ bene precisare che i finanziamenti comunitari che sono arrivati nelle nostre casse» spiega Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, «non compenseranno le somme sforate dal Patto anche se ci consentiranno di ricevere regolarmente i trasferimenti statali programmati per l’annualità corrente. Il non rispetto del Patto di stabilità sarà a costo zero per l’ente».
Riconosciuto “strutturalmente deficitario” dal ministero subito dopo l’insediamento della giunta Di Giuseppantonio. Per questi motivi la Provincia ha consegnato al ministero, a febbraio, un piano di risanamento pluriennale. Una ciambella di salvataggio offerta dallo Stato agli enti locali debitori come la Provincia di Chieti che, nell’anno in corso, riceverà un prestito pari a circa 8 milioni di euro. Soldi che dovranno essere restituiti in dieci anni.
«Una scelta», afferma Alessio Monaco, assessore al bilancio, «che ci ha consentito di scongiurare il dissesto finanziario della Provincia».
Al contempo, però, l’ente è stato costretto ad innalzare al massimo le aliquote come l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt), riferita ai veicoli immatricolati nel territorio, passata dal 28% al 30%. Non basta. Nel piano di risanamento che la Provincia ha inviato a Roma era già prevista la decurtazione del 30% delle indennità degli amministratori provinciali. Un provvedimento scattato dal 1° gennaio e deciso dopo che la Provincia, alla data del 31 dicembre 2012, aveva sforato di 2 milioni di euro il Patto di stabilità. Somma che si è poi assottigliata nel primo trimestre del 2013.
«I motivi dello sforamento», riprende Di Giuseppantonio- sono da imputare ai pagamenti delle imprese che vantavano crediti dall’ente, in alcuni casi, da anni». Nel dettaglio la Provincia, nell’ultimo trimestre del 2012, ha firmato assegni a creditori per complessivi 4 milioni di euro.
«La legge impone il pagamento delle aziende entro 60 giorni al massimo», dice Monaco, «e quindi non potevamo fare altrimenti».
Da qui lo sforamento consequenziale del Patto di stabilità che, oltre alla riduzione dei compensi dei politici e all’innalzamento delle aliquote, causa l’impossibilità per l’ente di contrarre mutui e di assumere personale nel 2013.
«Un qualcosa», ribatte Di Giuseppantonio, «che comunque non potevamo fare da tempo in quanto abbiamo ereditato un ente con il tetto massimo di indebitamento per mutui raggiunto e strutturalmente deficitario. Una situazione che, quindi, non consentiva l’assunzione di personale».
Jari Orsini
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