Burgo, protesta in Comune contro la mobilità
Gli operai in consiglio: "Basta con le chiacchiere, vogliamo altra cassa integrazione. Alla prossima riunione invitiamo anche il presidente della Regione Chiodi"
CHIETI. Fatto grave per la evidente ricaduta economica e sociale sulla città. Con questa motivazione la vertenza Burgo è approdata in consiglio comunale. Il 4 scatterà la mobilità per i 133, ostacolo che tutti vorrebbero dribblare ma i tempi sono stretti. Ecco perché ieri è emersa chiara l'apprensione, a tratti animata. I lavoratori restano delusi per la mancata proroga della Cassa. Non demordono e annunciano che mercoledì tornano in consiglio. Solo dopo il 6 dicembre, giorno in cui la commissione comunale per le attività produttive incontra le aziende di In.Te, si riunirà comunque un consiglio comunale straordinario sulla vertenza. L'idea di una seduta straordinaria è partita da Riccardo Di Gregorio.
«Invitiamo anche il presidente della Regione Chiodi», ha detto l'esponente di Rifondazione comunista, «e tutti gli altri interlocutori, a partire dalla Burgo e dai sindacati». Ieri comunque non sono mancate le prime proposte. Liberato Aceto di Uniti per Chieti ha suggerito di prevedere sgravi fiscali comunali. «Il 4 dicembre per questi lavoratori sarà il black out», dice Aceto, «significherà circa il 20 per cento in meno su uno stipendio già scarno. Perché non prevedere di coprire questa differenza con sgravi?».
Nell'ottica di una soluzione reale immediata Alessandro Gardinelli dell'Udc propone assunzioni subito. «Nelle more della realizzazione di In.Te. le imprese coinvolte devono impiegare questi lavoratori nei loro stabilimenti già attivi. Dobbiamo fare pressioni anche sulla Burgo, sia per far ricollocare queste maestranze negli altri siti del gruppo, che per prevedere prezzi più agevolati dei terreni a favore delle aziende pronte a insediarsi nell'area ex cartiera e che abbiano già assunto lavoratori di questa vertenza». Resta il punto interrogativo sullo stato di bonifica dei terreni, che stando al sindaco (intervento a lato, ndc) è a buon punto, ma per Giardinelli e Renato Di Salvatore, Pd, no. «Le aree dell'ex cartiera previste per l'insediamento di In.Te», dice Di Salvatore, «sono ancora da caratterizzare e bonificare. Questo significa costi e tempo, mentre l'emergenza economica dei lavoratori è immediata».
Davide Cellucci, Rsu Burgo Chieti, ricorda che «parallelamente alla richiesta di nuova cassa integrazione bisogna lavorare perchè la Burgo riconosca almeno incentivi alla mobilità per almeno 25-30 mila euro ogni lavoratore». «Vogliamo la cassa integrazione e basta», replica un gruppo di lavoratori con mogli al seguito, «è l'unico rimedio per evitare di assottigliare il tesoretto della mobilità, utilissimo a farci ricollocare altrove e per il nostro futuro reale». A soli 4 giorni effettivi dalla mobilità, così, rimane su tutti un interrogativo che ben sintetizza Luigi Febo di Chieti per Chieti: «Cosa è cambiato rispetto a 6 mesi fa, che ostina la Burgo a non chiedere nuova cassa integrazione?».
«Invitiamo anche il presidente della Regione Chiodi», ha detto l'esponente di Rifondazione comunista, «e tutti gli altri interlocutori, a partire dalla Burgo e dai sindacati». Ieri comunque non sono mancate le prime proposte. Liberato Aceto di Uniti per Chieti ha suggerito di prevedere sgravi fiscali comunali. «Il 4 dicembre per questi lavoratori sarà il black out», dice Aceto, «significherà circa il 20 per cento in meno su uno stipendio già scarno. Perché non prevedere di coprire questa differenza con sgravi?».
Nell'ottica di una soluzione reale immediata Alessandro Gardinelli dell'Udc propone assunzioni subito. «Nelle more della realizzazione di In.Te. le imprese coinvolte devono impiegare questi lavoratori nei loro stabilimenti già attivi. Dobbiamo fare pressioni anche sulla Burgo, sia per far ricollocare queste maestranze negli altri siti del gruppo, che per prevedere prezzi più agevolati dei terreni a favore delle aziende pronte a insediarsi nell'area ex cartiera e che abbiano già assunto lavoratori di questa vertenza». Resta il punto interrogativo sullo stato di bonifica dei terreni, che stando al sindaco (intervento a lato, ndc) è a buon punto, ma per Giardinelli e Renato Di Salvatore, Pd, no. «Le aree dell'ex cartiera previste per l'insediamento di In.Te», dice Di Salvatore, «sono ancora da caratterizzare e bonificare. Questo significa costi e tempo, mentre l'emergenza economica dei lavoratori è immediata».
Davide Cellucci, Rsu Burgo Chieti, ricorda che «parallelamente alla richiesta di nuova cassa integrazione bisogna lavorare perchè la Burgo riconosca almeno incentivi alla mobilità per almeno 25-30 mila euro ogni lavoratore». «Vogliamo la cassa integrazione e basta», replica un gruppo di lavoratori con mogli al seguito, «è l'unico rimedio per evitare di assottigliare il tesoretto della mobilità, utilissimo a farci ricollocare altrove e per il nostro futuro reale». A soli 4 giorni effettivi dalla mobilità, così, rimane su tutti un interrogativo che ben sintetizza Luigi Febo di Chieti per Chieti: «Cosa è cambiato rispetto a 6 mesi fa, che ostina la Burgo a non chiedere nuova cassa integrazione?».
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