C’è Sgarbi, Chieti s’illumina d’arte

Il critico ospite del “Circolo degli amici” trova porte sbarrate alla pinacoteca

CHIETI. Per presentare il frutto della sua ultima fatica letteraria, "Il tesoro d'Italia" , Vittorio Sgarbi ha scelto di passare una giornata nei tesori di Chieti e nella sala principale del "Circolo degli amici", storica istituzione della città.

Al suo fianco, Paolo De Cesare, giovane presidente del Circolo, Paolo Roccioletti, presidente del Cda del Teatro Marrucino e Giulio Obletter, governatore dell'arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che ha personalmente guidato il Professore nei luoghi più belli del centro.

Il testo è il primo di una scalata verso il completamento di un percorso di catalogazione lungo quattro tomi delle principali opere che fanno dell'Italia il luogo d'arte policentrico e più rilevante al mondo.

Per il più noto storico dell'arte italiano è la quantità di nozioni e il livello di consapevolezza che permetteranno al mondo, e agli amministratori, di salvare la Bellezza.

Sgarbi sostiene apertamente che molti interventi inconsapevoli, come lo sviluppo di un villaggio universitario al di fuori del centro di una città "che testimonia il valore della vita dei borghi italiani", abbiano danneggiato la vita culturale di Chieti. Allo stesso modo, il Nostro ha perpetrato la battaglia contro la de-valorizzazione e perfino la scomparsa dei luoghi e delle emergenze urbane liberty della vicina Pescara.

Questo, come numerosi altri temi, sono stati d'argomento per la sua lectio magistralis offerta ai soci e agli affezionati del "Circolo degli amici" di Chieti. Chi conosce la poliedrica figura di Sgarbi, immaginerà come egli possa aver illuminato della luce dell'arte i notturni luoghi della città e risvegliato le coscienze di chi, come lui, sceglie di vivere Chieti in una maniera più consapevole, con il sublime attaccamento alla vita che lo contraddistingue. C'è da dire che se non fosse per la prodigalità delle persone che l'hanno accompagnato in questa preziosa visita del centro, anche un visitatore d'eccezione come Sgarbi avrebbe potuto imbattersi, come invero è accaduto, nelle porte serrate della Pinacoteca Barbella, chiusa forse per assenza di personale, in un tranquillo sabato estivo. E cosa avrebbe detto il Nostro se avesse visto la piazza del Duomo infestata dalle automobili o lo stato di scarso decoro in cui riversa il verde del parco archeologico della Civitella?

La nota positiva è che, come spesso accade in provincia, i meriti per quella parte di città che funziona appartengono alle intelligenti iniziative dei privati, degli amatori e di chi vive questo borgo con un profondo grado di consapevolezza e cura.(mau.col.)