«C’è un’altra vittima di abusi sessuali»
Racconto di un bimbo fa scattare la nuova indagine sull’allenatore Furgiuele. I casi salgono a 9. La perizia: minori credibili
CHIETI. Tutte ritenute attendibili le testimonianze degli otto ragazzini di meno di 14 anni che avrebbero subito violenza sessuale da parte del loro allenatore di baseball, Riccardo Furgiuele. Compresi i particolari agghiaccianti di cosa erano costretti a fare e a subire da un uomo di cui le famiglie si fidavano, che era per loro un punto di riferimento sicuro, cui affidare i propri figli. Compresa il racconto di un ragazzino secondo cui ci sarebbe un’altra vittima. È tutto credibile. È questa la conclusione della perizia affidata alla psicologa Gloria Colabufalo ed è in questo modo che ieri mattina si è chiuso l’incidente probatorio che si era aperto con le testimonianze degli otto ragazzini. Testimonianze che, proprio per la minore età dei protagonisti, non si poteva giudicare subito credibili senza il parere di un esperto, che ha condotto uno studio accurato su di loro prima di arrivare a questa valutazione. Questa volta i ragazzini non si sono tirati indietro al momento di raccontare ad estranei, sebbene negli ambienti protetti del tribunale, quello che era loro successo. In passato non era stato così. L’allenatore di 52 anni di San Giovanni Teatino, infatti, era già rimasto intrappolato in passato in una storia di pedofilia. Anche in quel caso era partita un’inchiesta della procura, che però si era sgonfiata presto, proprio perché le piccole vittime non erano riuscite a confermare le loro accuse.
La chiusura dell’incidente probatorio c’è stata ieri mattina davanti al giudice Isabella Maria Allieri. Nel corso della seduta è saltato fuori che ci sarebbe anche una nona vittima. È saltato fuori che uno dei ragazzini ha detto che un altro amico riceveva le stesse morbose attenzioni da parte dell’allenatore e ha fatto anche nome e cognome dell’amico. Sarà materia di indagine per la procura alla quale, chiusa la fase dell’incidente probatorio, il giudice ha rinviato il fascicolo. La procura dovrà ora chiudere le indagini e, se lo riterrà, chiedere il rinvio a giudizio di Furgiuele, che dal 22 marzo scorso si trova rinchiuso nel carcere di Madonna del Freddo. La misura cautelare, come ha fatto rilevare con preoccupazione l’unica mamma presente alla seduta, dura un anno e sta dunque per scadere. Ciò significa che le piccole vittime, o presunte tali, potrebbero ritrovarsi faccia a faccia con il loro ex allenatore.
Alla seduta di ieri Furgiuele non c’era. Era presente il suo avvocato Luigi Antonangeli insieme ai suoi consulenti. C’erano inoltre il sostituto procuratore Giuseppe Falasca, che ha coordinato le indagini della seconda sezione della Squadra mobile, la mamma di un ragazzino, gli avvocati di parte civile Monica D’Amico, Claudia Ottaviano, Teresa Laviola e la consulente di parte civile Monica Mascolo. (a.i.)
La chiusura dell’incidente probatorio c’è stata ieri mattina davanti al giudice Isabella Maria Allieri. Nel corso della seduta è saltato fuori che ci sarebbe anche una nona vittima. È saltato fuori che uno dei ragazzini ha detto che un altro amico riceveva le stesse morbose attenzioni da parte dell’allenatore e ha fatto anche nome e cognome dell’amico. Sarà materia di indagine per la procura alla quale, chiusa la fase dell’incidente probatorio, il giudice ha rinviato il fascicolo. La procura dovrà ora chiudere le indagini e, se lo riterrà, chiedere il rinvio a giudizio di Furgiuele, che dal 22 marzo scorso si trova rinchiuso nel carcere di Madonna del Freddo. La misura cautelare, come ha fatto rilevare con preoccupazione l’unica mamma presente alla seduta, dura un anno e sta dunque per scadere. Ciò significa che le piccole vittime, o presunte tali, potrebbero ritrovarsi faccia a faccia con il loro ex allenatore.
Alla seduta di ieri Furgiuele non c’era. Era presente il suo avvocato Luigi Antonangeli insieme ai suoi consulenti. C’erano inoltre il sostituto procuratore Giuseppe Falasca, che ha coordinato le indagini della seconda sezione della Squadra mobile, la mamma di un ragazzino, gli avvocati di parte civile Monica D’Amico, Claudia Ottaviano, Teresa Laviola e la consulente di parte civile Monica Mascolo. (a.i.)