Casalbordino, in coma per un pugno ricevuto nella lite
Giovane del paese ricoverato in gravi condizioni a Pescara. L’aggressore, accusato di lesioni, ha rischiato il linciaggio
CASALBORDINO. In coma per un pugno. Una parola di troppo, la rabbia che cresce e un pugno che colpisce il rivale facendolo cadere sull’asfalto. Dieci secondi di assurda irrazionalità e ora S.F., 23 anni, di Casalbordino, lotta per la vita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Spirito Santo di Pescara. Il rivale, A.S., 22 anni, di Vasto è accusato di lesioni aggravate. È frastornato e spaventato. Chi lo conosce assicura che non voleva fare così male.
L’epilogo della furiosa litigata avrebbe potuto essere anche più drammatico se non fossero intervenuti subito i carabinieri a portare via A.S. evitando che potesse essere aggredito dai concittadini della vittima. La vicenda è avvenuta domenica sera nel centro di Casalbordino. I due protagonisti, fino a quel momento amici, erano in pub insieme ad altri ragazzi.
All’improvviso hanno cominciato a discutere. La differenza di vedute si è trasformata in uno scambio di insulti. Poi gli animi sembravano essersi placati. In realtà non era così. La discussione fra i due è proseguita in piazza. Complice qualche bicchiere di troppo, A.S. ha perso il controllo e ha sferrato un pugno sul viso del rivale. Il ragazzo ha perso l’equilibrio ed è caduto all’indietro battendo la testa. Chi ha assistito alla scena ha temuto per la vita del ventitreenne.
S.F. è rimasto sul selciato privo di sensi. Qualcuno ha cercato di rianimarlo, altri hanno chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri e il 118. I medici hanno capito immediatamente che le condizioni del ferito erano piuttosto gravi e ne hanno disposto il trasferimento nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Pescara.
Pochi secondi dopo è arrivato sul posto il padre del ragazzo ferito e altri conoscenti di famiglia.
Inevitabile la tensione. Due giovani di Vasto che erano con A.S. si sono subito allontanati. Il giovane è stato portato via dai carabinieri per evitare che potesse essere aggredito. Identificato, è stato denunciato. Rischia accuse gravissime. I medici sperano che S.F. si riprenda senza intervenire chirurgicamente.
I carabinieri della caserma di Casalbordino, coordinati dal comandante della Compagnia di Ortona, il capitano Roberto Ragucci, hanno ascoltato numerosi testimoni. Un dettagliato rapporto sulla vicenda è stato consegnato nelle mani del procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio che conduce l’inchiesta.
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