la protesta

Centinaia di mascherine per dire basta ai veleni

Il corteo a 5 stelle di Marcozzi, Argenio e Pettinari sul Corso coinvolge i cittadini Doveva essere un semplice flash mob ma è diventato un grande atto d’accusa

CHIETI. In centinaia, con le mascherine bianche in faccia, per dire che non vogliono più “respirare veleni” e denunciare “l’inerzia delle istituzioni”. Alle 19.30 di ieri è partito quello che doveva essere un semplice flash mob e si è rivelato, invece, un seguitissimo corteo che ha invaso corso Marrucino da piazza Vico a piazza Valignani senza soluzione di continuità. La manifestazione è stata organizzata dal Movimento 5 stelle che ha puntato il dito contro le istituzioni. Tutte, nessuna escluse, dal Comune, alla Provincia, alla Regione. «Cosa hanno fatto per evitare questo disastro?» ha chiesto a gran voce il corteo pacifico che ha sfilato lungo corso Marrucino «per ricordare alle istituzioni che i cittadini non sono rifiuti». Tema caro, quello dei rifiuti, alla politica pentastellata che già nel 2014 denunciava che erano “circa un migliaio i siti potenzialmente inquinati nella Regione Abruzzo”. Nel febbraio 2014 il Movimento aveva infatti presentato un dossier con la lista dei siti inquinati. «Fu realizzata una mappa interattiva ancora consultabile oggi (www.movimento5stelleabruzzo.it/home/gaia/index.html)», ha ricordato il consigliere regionale Sara Marcozzi, «che pone l’attenzione sulla pericolosità di queste aree e sul potenziale inquinante. Allora qualcuno in Regione minacciò addirittura querele per procurato allarme, ma oggi i fatti ci danno ragione». Non solo, l’azione dei 5 stelle ha tentato anche di sanare una lacuna: quella del piano regionale per le bonifiche di cui la Regione non si è ancora dotata, nonostante via sia obbligata dalla legge. Ma se la Regione è stata inadempiente, anche il Comune lo è stato. «L’art 56 del piano regionale dei rifiuti» spiega l’ex candidato sindaco Ottavio Argenio, «dispone che il sindaco del comune territorialmente competente disponga con ordinanza le operazioni di recupero, rimozione, smaltimento e ripristino dello stato dei luoghi con ordinanza, fissando un termine perentorio, decorso il quale è tenuto a provvedere d’ufficio. Questo non è stato fatto».

I 5 stelle annunciano anche azioni in Parlamento: «Mi attiverò per chiedere al mio collega, Stefano Vignaroli, vice presidente della commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientale ad essi correlati», fa sapere Gianluca Vacca, parlamentare, «di aprire un fascicolo per fare luce sulle inerzie che avvolgono l’operato degli inquirenti in questa tragica vicenda. Chiederò, inoltre, al ministro della Giustizia se la procura di Chieti, in seguito alle informazioni emerse dall’inchiesta giornalistica del quotidiano Il Centro, si è attivata per avviare indagini, anche predisponendo il sequestro e l’acquisizione della documentazione della discarica». (a.i.)