Centrale a biomasse «Residenti preoccupati»
Il vicesindaco di Lanciano chiede chiarezza sull’impianto in funzione a Treglio Nuovo Senso Civico: finalmente si sta muovendo anche la magistratura
TREGLIO. «Chiediamo che sia fatta finalmente chiarezza e alla magistratura facciamo appello affinchè sia fatta luce su quanto si sta verificando nel nostro territorio». Il vicesindaco di Lanciano, Pino Valente, interviene sulla centrale a biomasse in funzione a Treglio che, dalla sua accensione, circa due anni fa, ha provocato una serie infinita di lamentele e proteste da parte di cittadini e residenti di tutto il comprensorio sui fumi emessi. La Procura della Repubblica di Lanciano ha da tempo avviato anche un’indagine ambientale sulla centrale. «Non vogliamo fare allarmismo», commenta Valente, «ma di fatto questo genere di impianti suscitano apprensione nella popolazione. Da cittadino e da amministratore confido molto nell’operato della magistratura e spero che al più presto si possano dare risposte esaurienti ai tanti interrogativi che provengono dal comprensorio».
La centrale a biomasse da un megawatt di potenza è attiva 24 ore su 24 in contrada Paglieroni a Treglio. Dai tempi della realizzazione dell’impianto, che brucia cippato di legno vergine e sansa disoleata per produrre energia elettrica, l’opposizione della popolazione e delle associazioni ambientaliste è stata sempre molto dura. La centrale, nonostante la protesta di piazza di migliaia di cittadini, raccolte di firme e diversi esposti in Procura, è comunque entrata in funzione. Ma i fumi che si sprigionano notte e giorno dall’impianto creano apprensione. Decine di persone hanno lamentato bruciori agli occhi, difficoltà respiratorie, odore di bruciato e macchie scure sui panni stesi e sui muri e tetti delle case. «Dopo le denunce formali presentate alle autorità competenti da parte di Nuovo Senso Civico», scrive l'associazione in una nota, «ecco che qualcosa di concreto sembra cominciare a muoversi in ambito giudiziario. Come al solito la politica delega colpevolmente alla magistratura ciò che non è stata capace o non ha voluto fare. Da anni sosteniamo la nocività di inceneritori e impianti a biomasse. Le nostre dichiarazioni si basano su ricerche, dati e studi di livello internazionale che le certificano senza possibilità di smentita. Alle controparti, seppure inascoltati, abbiamo sempre dato piena disponibità a un confronto pubblico e senza filtri perché siamo forti delle nostre buone ragioni. Abbiamo incalzato politici, sindaci e amministratori di ogni genere a intervenire con i loro poteri in difesa della salute pubblica. Adesso confidiamo che venga alla luce la verità».
Daria De Laurentiis
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