Centro antiviolenza Altre 41 donne assistite nell’anno
Accoglienza, ascolto, sostegno e percorsi di sensibilizzazione La responsabile Zulli: «Solo 14 sono straniere, il resto italiane»
VASTO. Accoglienza, ascolto, sostegno alle donne vittime di violenza, incontri, percorsi di sensibilizzazione alla parità di genere, educazione all’affettività in ambo scolastico. Sono solo alcune delle attività del Centro antiviolenza, gestito per conto del Comune dall’associazione Dafne. La struttura conta attualmente 156 donne in carico, di cui 41 prese in carico nel corso del 2024, 108 con figli. In questo numero sono comprese anche le donne che si rivolgono allo sportello “Frida” di San Salvo, gestito anch’esso da Dafne.
«Di queste solo 14 sono straniere, il resto tutte italiane», spiega la responsabile di Donnattiva, Licia Zulli, che nella sede di via Anelli ha fatto il punto della situazione insieme allo staff di operatrici e all’assessore alle politiche sociali, Anna Bosco. “Dalla violenza si può uscire, il nostro lavoro è finalizzato alla rinascita”, è il messaggio lanciato in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere prevista per lunedì 25 novembre. L’occasione è stata propizia non solo per illustrare i servi offerti – accoglienza, supporto psicologico, consulenza legale, affiancamento nella fruizione dei servizi territoriali, inserimento socio-lavorativo – ma anche per fornire indicazioni su come riconoscere “una relazione violenta”. Dalla love bombing che implica continue e insistenti attenzioni, all’iper protezione e isolamento, al controllo. Per non parlare della svalutazione, dei ricatti, della punizione e degli abusi che si consumano spesso alla presenza dei figli minori.
«Quando si vive una relazione violenta riuscire a raccontarlo è sempre molto complicato», annotano le operatrici di Donnattiva, «riconoscere la relazione violenta è il primo passo per uscirne. Parlare di ciò che si sta vivendo è una maniera per condividere pensieri e preoccupazioni e cercare supporto».
Nel Centro di via Anelli ogni donna viene accolta e ascoltata, in uno spazio a lei riservato, da una operatrice dell’accoglienza che cura i colloqui in presenza e quelli telefonici, secondo un approccio orientato alla reciprocità della relazione di aiuto. Per favorire l’elaborazione del vissuto e rafforzare la capacità di affrancarsi in una prospettiva di autodeterminazione e di autonomia fondamentale è il supporto psicologico. Tra i servizi offerti – completamente gratuiti – c’è anche la consulenza legale. Tra le tante attività del Centro ci sono anche quelle finalizzate all’inserimento lavorativo, ultimo step del percorso di emancipazione dalla violenza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Di queste solo 14 sono straniere, il resto tutte italiane», spiega la responsabile di Donnattiva, Licia Zulli, che nella sede di via Anelli ha fatto il punto della situazione insieme allo staff di operatrici e all’assessore alle politiche sociali, Anna Bosco. “Dalla violenza si può uscire, il nostro lavoro è finalizzato alla rinascita”, è il messaggio lanciato in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere prevista per lunedì 25 novembre. L’occasione è stata propizia non solo per illustrare i servi offerti – accoglienza, supporto psicologico, consulenza legale, affiancamento nella fruizione dei servizi territoriali, inserimento socio-lavorativo – ma anche per fornire indicazioni su come riconoscere “una relazione violenta”. Dalla love bombing che implica continue e insistenti attenzioni, all’iper protezione e isolamento, al controllo. Per non parlare della svalutazione, dei ricatti, della punizione e degli abusi che si consumano spesso alla presenza dei figli minori.
«Quando si vive una relazione violenta riuscire a raccontarlo è sempre molto complicato», annotano le operatrici di Donnattiva, «riconoscere la relazione violenta è il primo passo per uscirne. Parlare di ciò che si sta vivendo è una maniera per condividere pensieri e preoccupazioni e cercare supporto».
Nel Centro di via Anelli ogni donna viene accolta e ascoltata, in uno spazio a lei riservato, da una operatrice dell’accoglienza che cura i colloqui in presenza e quelli telefonici, secondo un approccio orientato alla reciprocità della relazione di aiuto. Per favorire l’elaborazione del vissuto e rafforzare la capacità di affrancarsi in una prospettiva di autodeterminazione e di autonomia fondamentale è il supporto psicologico. Tra i servizi offerti – completamente gratuiti – c’è anche la consulenza legale. Tra le tante attività del Centro ci sono anche quelle finalizzate all’inserimento lavorativo, ultimo step del percorso di emancipazione dalla violenza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA