Centro salesiani in vendita «I terreni erano donati»
Altre perplessità sulla richiesta dei religiosi di cedere l’area sportiva al Comune D’Alessandro: è stata rispettata la volontà del benefattore Della Penna?
VASTO. Tutti d’accordo sulla valenza sociale, ma non mancano le perplessità, soprattutto nel Pd. La maggioranza di centrosinistra discute sulla proposta formulata dall’Opera salesiana che ha chiesto al Comune di acquisire l’impianto sportivo realizzato in via San Domenico Savio, accollandosi le rate di mutuo restanti (circa un milione e 200mila euro). Pur essendo tendenzialmente favorevole all’operazione-salvataggio, la coalizione ha manifestato una serie di dubbi che hanno determinato il rinvio del vertice a martedì prossimo. Sarà l’occasione per analizzare la perizia effettuata dagli uffici tecnici comunali e per avere notizie sulla trasferta romana del sindaco, Luciano Lapenna, che venerdì scorso è partito alla volta della Capitale per incontrare i funzionari del Credito Sportivo.
«Prima di prendere qualsiasi decisione vogliamo vedere le carte», dicono alcuni esponenti del Pd convinti che vadano valutate con attenzione il reale valore degli impianti - stimati dai Salesiani 4.100.000 euro - e i reali vantaggi per l’ente pubblico. Il timore è che si crei un precedente per cui altri istituti religiosi in sofferenza economica potrebbero sentirsi in diritto di bussare alle porte del Comune per chiedere la stessa cosa. Altro aspetto sul quale si chiede la massima trasparenza è quello della gestione.
Nel frattempo la vicenda si arricchisce di nuovi capitoli, uno dei quali è relativo alla donazione dei terreni sui quali è stato realizzato l’Istituto Salesiano. «È stato Carlo Della Penna, fondatore e finanziatore dell’omonimo asilo dell’infanzia, a donare i 30mila metri quadri di terreno», rivela Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente, «la sua volontà è stata rispettata? Non so come stanno i fatti. Sarebbe in ogni caso opportuno leggere le carte, non fosse altro perché gli atti compiuti in vita da un benefattore come Della Penna possano aiutare a trovare la soluzione. Prima di parlare di un reale valore di 4.100.000 mila euro (cifra frutto di approssimativa relazione), non sarebbe necessaria una perizia esterna e indipendente per valutare senza dubbi l’intera struttura? Qualora dovessero entrare in crisi altri istituti religiosi impegnati con strutture sportive, il Comune sarebbe chiamato a rilevarle tutte per evitare due pesi e due misure? Su un’operazione così complessa è lecito avere dubbi e perplessità», conclude D’Alessandro, «la faciloneria e l’eccessiva disinvoltura di oggi potrebbero essere pagate a caro prezzo, domani, dalla comunità».
Anna Bontempo
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