Chieti, 16 anni a zio e nipote per estorsione
Condannati perché si fecero dare da un ex imprenditore 2.300 euro dopo che lo avevano minacciato dicendogli di pagare "per non avere guai"
CHIETI. Zio e nipote condannati complessivamente a 16 anni di reclusione e 16mila euro di multa per estorsione. I due Francesco Di Bari, 56 anni, e Vito Di Bari, 42 , originari di Taranto e residenti a Francavilla, erano accusati di estorsione con l'aggravante del fatto commesso da più persone riunite. Al primo sono stati inflitti 10 anni e 10mila euro di multa, al secondo 6 anni e 6mila euro di multa. Il Tribunale, presidente Geremia Spiniello, giudici a latere Andrea Di Berardino e Valentina Ribaudo, ha disposto per entrambi l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pubblico ministero Lucia Campo aveva chiesto rispettivamente la condanna a sette e sei anni di reclusione.
La vicenda, che risale a ottobre del 2014, prese le le mosse dalla denuncia di un ex imprenditore che, secondo l'accusa, fu costretto a dare a zio e nipote 2.300 euro in contanti dopo averlo minacciato dicendogli di pagare «per non avere guai». I fatti sono legati ad un debito di alcune centinaia di euro che la vittima aveva con un suo ex dipendente: zio e nipote, venuti a conoscenza di tale circostanza, si sarebbero inseriti prospettando sia alla vittima che al suo debitore che sarebbero loro intervenuti per sistemare la vicenda legata al debito. La vittima, che non si è costituita parte civile, denunciò l'estorsione ai carabinieri temendo di poter subire altre richieste di denaro.