Chieti, Angelini accusato di sequestro di persona e estorsione ai danni di un dipendente di Villa Pini

Secondo l’accusa la vittima sarebbe stata caricata su un’auto legata al collo e minacciata con un coltello per la restituzione di 750 mila euro e di alcuni monili d’oro.

CHIETI. Sequestro di persona e estorsione sono le accuse della procura di Chieti nei confronti dell’ex re delle cliniche private Vincenzo Maria Angelini del quale è stato richiesto il rinvio a giudizio. In seguito alle indagini degli uomini della Digos della questura di Chieti coordinati dalla vicequestore Patrizia Traversa, Angelini in concorso con Maurizio Ceracchi, professionista privato nel settore della difesa personale, nel gennaio scorso sequestrava un dipendente della casa di cura Villa Pini, utilizzando un veicolo in suo possesso. La persona offesa, immobilizzata con un laccio al collo e tenuta costantemente sotto la minaccia di coltello, veniva costretta a rimanere a bordo dell'autovettura per un notevole lasso di tempo e sottoposta a minacce e lesioni. Angelini, sempre con la collaborazione di Maurizio Ceracchi, intimava alla vittima di reato, minacciandola di morte, la consegna, entro breve termine, della somma di 750.000 euro nonché la restituzione di quadri d'arte e monili d'oro, oggetti non meglio identificati.