Chieti, c'è l'accordo per la Sixty ma la Cgil non ha firmato
Incontro al ministero fino a tardi. Rsu Filctem: non è credibile il piano appoggiato anche dal Governo. Rucci: mancavano alcuni dati sull’investimento. Ora il sindacato ha 3 giorni di tempo per ripensarci
CHIETI. Sixty, accordo monco al ministero, la Cgil non firma ancora. Tempo fino a martedì per prendere una decisione, dopo aver incontrato lunedì i lavoratori in assemblea. L’azienda, che ha siglato il piano d'accordo ministeriale, appoggiato anche dal Governo, ha voluto sottolineare l’esigenza di raggiungere un accordo unitario per non mandare a monte il piano di risanamento.
«Siamo stati qui 12 ore per cercare di migliorare il piano », dice Giuseppe Rucci della Filctem-Cgil, «mancavano alcuni dati, per esempio sull’ investimento che l’azienda farà, ma il viceministro Claudio De Vincenti ha detto che l’accordo per lui andava bene e doveva essere sottoscritto. A quel punto abbiamo risposto che la Cgil legherà un’eventuale decisione al mandato dei lavoratori».
E’ l’epilogo di una giornata intensa di faccia a faccia con le parti, per cercare la sigla sul piano di rilancio aziendale, che prevede una forte riduzione del personale, da 365 a 50-60 impiegati in una Newco Sixty e altri circa 70 in un’azienda satellite, sganciata dal gruppo, ma di servizio alla nuova nata dei marchi Miss Sixty, Energie, Refrigiwear e Murphy&Nye. Nel primo pomeriggio sembrava stesse maturando una decisione unanime di Cgil, Cisl e Uil all’accordo. Voci poi rivelatesi azzardate. Le riserve della Rsu Cgil sul piano hanno di fatto frenato le segreterie provinciale e nazionale, mentre Cisl e Uil erano invece pronte a firmare. Tutto questo nel tardo pomeriggio di una giornata burrascosa fin dall’inizio, con la tempesta di neve sull’autostrada per Roma, che ha reso difficoltoso il viaggio dei delegati sindacali e dei rappresentanti istituzionali verso la capitale. Eppure l’azienda ha cercato di andare incontro alle richieste, per lo meno quelle del decalogo avanzato da Cisl e Uil, come lo stesso Ettore di Natale, Femca–Cisl, ha riferito al telefono intorno alle 16.30 del primo pomeriggio e confermato a tarda sera.
«C’è la disponibilità a mettere su un’unica Newco », dice il sindacalista, «i 4 marchi del gruppo le vengono concessi in licenza cinque anni più cinque. In più è stata confermata l’idea di promuovere la nascita di un’azienda satellite di servizio alla Newco, con circa 70 lavoratori che, uniti ai 50-60 della nuova Sixty, significherebbero 120-130 addetti ancora a lavoro invece dei 365 attuali. Ci sono anche risposte sugli altri punti del decalogo, di richieste avanzate con la Uilta-Uil, che riguardano il futuro di chi rimane fuori e il prosieguo della cassa integrazione straordinaria».
In questi termini si era arrivati a un passo dalla sigla ma il no della Rsu Cgil ha di nuovo fermato tutto e prolungato l'attesa. Per la base aziendale, dunque, il piano di rilancio resta non credibile. Una decisione sofferta, maturata alla fine di una giornata che i delegati Rsu Cgil in Sixty hanno voluto raccontare come si fa spesso oggi, condividendola sul filo dei bit attraverso il social network facebook. A settembre Massimo Di Francesco e Marino D’Andrea aprirono la pagina Mimì tessitore ferito nell’orgoglio, trasferendo su una delle vertenze più difficili della Valpescara la parodia cinematografica del film del 1972 “Mimì metallurgico ferito nell'onore” di Lina Wertmüller, con Giannini e Melato. Ieri su quella stessa pagina, a forza di post, è andata avanti la telecronaca della giornata. A iniziare dal sospiro di sollievo per la presenza al tavolo del sottosegretario Claudio De Vincenti, prova di un’attenzione governativa alla vicenda. Accanto al lui, oltre a Giampiero Castano, responsabile per il ministero del dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione, c'erano anche esponenti degli enti locali, a iniziare dall’assessore regionale Castiglione, il provinciale Daniele D’Amario e il comunale Antonio Viola. I sindacati dall’altra parte, con Cgil, Cisl e Uil di categoria dalle segreterie nazionali a quelle provinciali e gli Rsu, ma anche l’azienda con un pool legale e Domenico Gentile, nella doppia veste di direttore del personale e consigliere di amministrazione Sixto. Il ministero aveva caldeggiato la chiusura dell’accordo.
Sipo Beverelli
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