Chieti, Cardiochirurgia è tra i primi 10 in Italia
Ospedale, il primario Di Giammarco: "Bisogna completare il nuovo polo il più presto possibile"
CHIETI. La cardiochirurgia del policlinico di Colle dell'Ara è prima in Abruzzo e si posiziona tra le migliori dieci unità operative d'Italia per la qualità e il numero di interventi di bypass aorto-coronarici eseguiti. Questo dice l'indagine compiuta dall'Agenzia nazionale sanitaria (Agenas) tra 85 centri cardiochirurgici sparsi sul territorio italiano.
Lo studio dell'Agenas fa riferimento all'annualità 2009 e nei prossimi giorni verrà recapitato negli uffici della Asl teatina. Resta la soddisfazione per un riconoscimento che arriva in un periodo di oggettiva difficoltà della sanità abruzzese, al centro di una razionalizzazione quasi mai indolore, e dell'ospedale di Chieti dove continuano gli accorpamenti dei reparti, il personale è ridotto all'osso e le liste d'attesa sono chilometriche. Ma la cardiochirurgia diretta dal professor Gabriele Di Giammarco si conferma un'eccellenza della regione e dell'intero panorama cardochirurgico nazionale.
L'inaugurazione della nuova palazzina di cardiochirurgia, prevista per maggio 2011, potrebbe rappresentare il definitivo trampolino di lancio del polo cardiochirurgico. Che porta a termine, in media, 500 interventi l'anno di bypass aorto-coronarico su cui l'Agenas ha effettuato un'attenta indagine. Ebbene il tasso di mortalità dei pazienti operati a Chieti, calcolato nei 30 giorni successivi all'intervento, è inferiore all'1%. Molto meno della media nazionale ferma al 2,6%.
«Un risultato» spiega il professor Di Giammarco «ottenuto grazie al monitoraggio costante e minuzioso di ognuno dei nostri pazienti». Segno di un'estrema professionalità che ha permesso alla cardiochirurgia di Chieti di classificarsi tra le prime dieci d'Italia. Un altro fiore all'occhiello della cardiochirurgia sono i trapianti di cuore artificiale. Pratica sperimentata con successo dal 2008. «Abbiamo tre pazienti viventi» aggiunge Di Giammarco «e contiamo di implementare le ricerche in questo settore».
Prezioso, in tal senso, il ruolo dell'università D'Annunzio. «Fondamentale per la formazione professionale di nuovi cardiochirurghi» dice il primario «e di personale infermieristico». Non mancano, ovviamente, i problemi per cardiochirurgia che conta appena quattro posti letto di terapia intensiva post-operatoria e una lista di attesa con quasi 200 pazienti. «Per questo ci auguriamo» conclude «che i lavori per il nuovo polo cardochirurgico si concludano in fretta». L'affermazione del reparto di cardiochirurgia è stato salutato con orgoglio dal sindaco Umberto Di Primio e dall'assessore regionale alla cultura Luigi De Fanis.
Lo studio dell'Agenas fa riferimento all'annualità 2009 e nei prossimi giorni verrà recapitato negli uffici della Asl teatina. Resta la soddisfazione per un riconoscimento che arriva in un periodo di oggettiva difficoltà della sanità abruzzese, al centro di una razionalizzazione quasi mai indolore, e dell'ospedale di Chieti dove continuano gli accorpamenti dei reparti, il personale è ridotto all'osso e le liste d'attesa sono chilometriche. Ma la cardiochirurgia diretta dal professor Gabriele Di Giammarco si conferma un'eccellenza della regione e dell'intero panorama cardochirurgico nazionale.
L'inaugurazione della nuova palazzina di cardiochirurgia, prevista per maggio 2011, potrebbe rappresentare il definitivo trampolino di lancio del polo cardiochirurgico. Che porta a termine, in media, 500 interventi l'anno di bypass aorto-coronarico su cui l'Agenas ha effettuato un'attenta indagine. Ebbene il tasso di mortalità dei pazienti operati a Chieti, calcolato nei 30 giorni successivi all'intervento, è inferiore all'1%. Molto meno della media nazionale ferma al 2,6%.
«Un risultato» spiega il professor Di Giammarco «ottenuto grazie al monitoraggio costante e minuzioso di ognuno dei nostri pazienti». Segno di un'estrema professionalità che ha permesso alla cardiochirurgia di Chieti di classificarsi tra le prime dieci d'Italia. Un altro fiore all'occhiello della cardiochirurgia sono i trapianti di cuore artificiale. Pratica sperimentata con successo dal 2008. «Abbiamo tre pazienti viventi» aggiunge Di Giammarco «e contiamo di implementare le ricerche in questo settore».
Prezioso, in tal senso, il ruolo dell'università D'Annunzio. «Fondamentale per la formazione professionale di nuovi cardiochirurghi» dice il primario «e di personale infermieristico». Non mancano, ovviamente, i problemi per cardiochirurgia che conta appena quattro posti letto di terapia intensiva post-operatoria e una lista di attesa con quasi 200 pazienti. «Per questo ci auguriamo» conclude «che i lavori per il nuovo polo cardochirurgico si concludano in fretta». L'affermazione del reparto di cardiochirurgia è stato salutato con orgoglio dal sindaco Umberto Di Primio e dall'assessore regionale alla cultura Luigi De Fanis.
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