Chieti, Cgil-medici contro Zavattaro "Il riassetto degli ospedali è zoppo"
Il manager si difende: atto aziendale pronto, martedì all'attenzione dei sindaci
CHIETI. Fuoco incrociato dei sindacati sul manager Zavattaro. Dopo la Cisl, scende in campo anche la Cgil Medici. «Andiamo incontro a una rete ospedaliera dimensionata a fronte di una medicina del territorio non ancora opportunamente organizzata e potenziata», dice Maria Piccone, coordinatrice provinciale della Cgil medici, che non propende al momento per il commissariamento della Asl ma chiede al manager un atto chiaro e rispettoso dei bisogni assistenziali, con scelta netta se essere in linea con il piano sanitario tuttora vigente o con i decreti commissariali. Il direttore generale replica: «Martedì presentiamo l'atto aziendale al comitato ristretto dei sindaci. Quindi dovrà passare per l'ufficio di direzione e il consiglio dei sanitari. Poi ci sarà l'ultimo confronto con i sindacati per la presentazione finale e il via libera. Speriamo di concludere per fine mese».
Le storture del documento di organizzazione e funzionamento dell'azienda sanitaria, però, a detta dei sindacati, sono enormi. Ne segue una fotografia dell'assistenza con ampie sacche di criticità. A iniziare dalla rete degli ospedali dimensionata e a macchia di leopardo.
«Dopo Casoli, Gissi e Guardiagrele», afferma Maria Piccone, Cgil medici, «chiude di fatto anche Atessa, dove rimangono due sole unità operative complesse, situazione non compatibile con una reale sopravvivenza della struttura. Di fatto l'allocazione di tutta l'offerta ospedaliera è sulla fascia costiera, comprese le cliniche private, mentre rimane sguarnita la zona interna. Nel policlinico del capoluogo, poi, non viene ben chiarita l'operatività ospedaliero-universitaria, che rischia di mortificare le eccellenze, e Ortona è ridotta a mera depandance del nosocomio teatino, con forte menomazione dell'offerta cardiologica e anestesiologica. La completa operatività di chirurgia, ostetricia e pronto soccorso, infatti, è impensabile senza la piena disponibilità in risorse umane nell'ambito cardiologico e di rianimazione. Altro che percorso rosa di cura, poi. Basti pensare che sempre a Ortona rimangono ostetricia e ginecologia ma non la pediatria».
La medicina del territorio viene potenziata? «Non sappiamo», continua Piccone, «per esempio manca il quadro su quanti e dove sono i presìdi territoriali di assistenza, se funzionano 24 ore su 24 con anche l'osservazione breve dentro». La Cisl medici, con il segretario regionale Luigi Leonzio, il responsabile sindacale della Asl Enrico Scala e dal segretario aziendale Marcello Caputo, chiede il commissariamento della Asl, ricorda infine un altro aspetto. I pazienti con sindrome coronarica acuta e in condizioni di emergenza-urgenza, con infarto in corso, nella provincia chietina possono essere trattati solo nell'emodinamica teatina in una sala «in comproprietà con la radiologia interventistica, quindi utilizzabile part-time» e facendo forza su apparecchiature «obsolete e per lunghi periodi in avaria».
Fermi imbarazzanti che costringono a un balletto del paradosso, con pazienti trasferiti da Chieti a Pescara.
Le storture del documento di organizzazione e funzionamento dell'azienda sanitaria, però, a detta dei sindacati, sono enormi. Ne segue una fotografia dell'assistenza con ampie sacche di criticità. A iniziare dalla rete degli ospedali dimensionata e a macchia di leopardo.
«Dopo Casoli, Gissi e Guardiagrele», afferma Maria Piccone, Cgil medici, «chiude di fatto anche Atessa, dove rimangono due sole unità operative complesse, situazione non compatibile con una reale sopravvivenza della struttura. Di fatto l'allocazione di tutta l'offerta ospedaliera è sulla fascia costiera, comprese le cliniche private, mentre rimane sguarnita la zona interna. Nel policlinico del capoluogo, poi, non viene ben chiarita l'operatività ospedaliero-universitaria, che rischia di mortificare le eccellenze, e Ortona è ridotta a mera depandance del nosocomio teatino, con forte menomazione dell'offerta cardiologica e anestesiologica. La completa operatività di chirurgia, ostetricia e pronto soccorso, infatti, è impensabile senza la piena disponibilità in risorse umane nell'ambito cardiologico e di rianimazione. Altro che percorso rosa di cura, poi. Basti pensare che sempre a Ortona rimangono ostetricia e ginecologia ma non la pediatria».
La medicina del territorio viene potenziata? «Non sappiamo», continua Piccone, «per esempio manca il quadro su quanti e dove sono i presìdi territoriali di assistenza, se funzionano 24 ore su 24 con anche l'osservazione breve dentro». La Cisl medici, con il segretario regionale Luigi Leonzio, il responsabile sindacale della Asl Enrico Scala e dal segretario aziendale Marcello Caputo, chiede il commissariamento della Asl, ricorda infine un altro aspetto. I pazienti con sindrome coronarica acuta e in condizioni di emergenza-urgenza, con infarto in corso, nella provincia chietina possono essere trattati solo nell'emodinamica teatina in una sala «in comproprietà con la radiologia interventistica, quindi utilizzabile part-time» e facendo forza su apparecchiature «obsolete e per lunghi periodi in avaria».
Fermi imbarazzanti che costringono a un balletto del paradosso, con pazienti trasferiti da Chieti a Pescara.
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