Chieti, corsa al rettorato: Stuppia ancora primo ma Caputi si rafforza
I dipendenti dell'Università D'Annunzio convergono sul direttore di Scienze mediche
CHIETI. Ancora fumata nera per le elezioni del nuovo rettore all’università d’Annunzio. Anche nel secondo giorno di voto nessuno è riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta. Ci si riproverà perciò oggi con le stesse modalità di voto e se nessuno riuscirà a prendere il 50% più uno dei consensi si andrà domani al ballottaggio tra i due più votati.
La classifica intanto è rimasta la stessa. Il più votato è ancora il direttore del dipartimento di Scienze psicologiche Rino Stuppia che riesce anche ad aumentare i suoi voti: da 191 a 200. Fa ancora meglio il secondo arrivato, il direttore di Scienze mediche, Sergio Caputi, che dalle 117 preferenze del giorno prima arriva a 165. Terzo è il direttore di Lettere, Stefano Trinchese, che da 112 voti arriva a 124. Il direttore del dipartimento di Architettura, Paolo Fusero è quarto: dai 103 consensi del giorno prima scende a 95. Quinto è il direttore del dipartimento di Economia, Michele Rea, che da 97 voti scende a 83. E infine c’è l’ordinario di antropologia Luigi Capasso che perde moltissimo: da 78 scende a 30 voti. Il motivo della diminuzione sta nel fatto che il voto del personale tecnico e amministrativo che nella scorsa elezione lo aveva sostenuto, questa volta si è spostato su Caputi. Il personale, infatti, ha dato 12 voti a Capasso e 126 a Caputi. A Fusero ne sono andati 76, 45 a Trinchese, 37 a Stuppia e 23 a Rea. Il personale tecnico e amministrativo sembra aver fatto prima di altri la propria scelta: se è Caputi l’esponente più forte del fronte della discontinuità rispetto alla passata gestione, allora si è andati a votare in massa per lui, al contrario di quanto era successo il giorno prima, in cui le preferenze erano divise tra Fusero e Capasso. Adesso, pesate le forze in campo, la gran parte dei tecnici e amministrativi si è espressa chiaramente per Caputi. Staremo a vedere cosa farà il resto dei candidati rettori che si è sempre detto a favore della discontinuità (vale a dire Capasso, Fusero, Rea e Trinchese), se deciderà cioè di fare la stessa scelta dei dipendenti e magari evitare di arrivare a un ballottaggio in cui può succedere di tutto.
Su Stuppia occorre sempre fare la precisazione che lui stesso ha sempre detto di voler governare l’università con metodi diversi dalla passata gestione, anche se in tanti lo hanno notato stazionare per molto tempo ieri all’entrata del seggio insieme all’ex rettore Carmine Di Ilio. Ma si sa, una cosa sono le persone, un’altra i metodi da adottare. E Stuppia continua a dire di voler condurre l’università in maniera diversa. Il professore, dal canto suo, ha voluto ringraziare l’elettorato per la bella prova a suo sostegno. «Sono molto soddisfatto anche per la grande affluenza, che in generale vuol dire che c’è un percorso molto forte in atto», ha detto.
Ieri, intanto, era troppo presto per parlare di accordi. «Nel giro di pochi voti ci siamo io», ha detto Fusero, «Caputi e Trinchese. La forchetta è davvero minima». Il professore ha anche aggiunto che stamattina avrebbe fatto una riunione con la sua base elettorale per decidere cosa fare: «Comunque non ci saranno diktat decideremo insieme. Quello che ora posso dire», ha detto prima dello scrutinio di ieri, «è che l’area che rappresento si sente affine sia a Caputi che a Trinchese».
Se dunque al ballottaggio dovessero andare Stuppia e Caputi, si dovrà vedere cosa farà l’area medica. Entrambi sono due esponenti di Medicina, l’area più forte dell’ateneo dannunziano, che ha i numeri per eleggere il rettore anche da sola. Caputi presiede il dipartimento più grande dell’intera università, un dipartimento che ha costruito lui in 16 anni e che ora porta in ateneo la maggior parte dei fondi esterni. Stuppia potrebbe giocarsi l’asso del no al ritorno di Filippo Del Vecchio per acquisire ulteriori consensi. E, infine, non è detto che questa volta non sia la categoria dei dipendenti (il cui voto vale meno di quello dei docenti) a fare da ago della bilancia.
La classifica intanto è rimasta la stessa. Il più votato è ancora il direttore del dipartimento di Scienze psicologiche Rino Stuppia che riesce anche ad aumentare i suoi voti: da 191 a 200. Fa ancora meglio il secondo arrivato, il direttore di Scienze mediche, Sergio Caputi, che dalle 117 preferenze del giorno prima arriva a 165. Terzo è il direttore di Lettere, Stefano Trinchese, che da 112 voti arriva a 124. Il direttore del dipartimento di Architettura, Paolo Fusero è quarto: dai 103 consensi del giorno prima scende a 95. Quinto è il direttore del dipartimento di Economia, Michele Rea, che da 97 voti scende a 83. E infine c’è l’ordinario di antropologia Luigi Capasso che perde moltissimo: da 78 scende a 30 voti. Il motivo della diminuzione sta nel fatto che il voto del personale tecnico e amministrativo che nella scorsa elezione lo aveva sostenuto, questa volta si è spostato su Caputi. Il personale, infatti, ha dato 12 voti a Capasso e 126 a Caputi. A Fusero ne sono andati 76, 45 a Trinchese, 37 a Stuppia e 23 a Rea. Il personale tecnico e amministrativo sembra aver fatto prima di altri la propria scelta: se è Caputi l’esponente più forte del fronte della discontinuità rispetto alla passata gestione, allora si è andati a votare in massa per lui, al contrario di quanto era successo il giorno prima, in cui le preferenze erano divise tra Fusero e Capasso. Adesso, pesate le forze in campo, la gran parte dei tecnici e amministrativi si è espressa chiaramente per Caputi. Staremo a vedere cosa farà il resto dei candidati rettori che si è sempre detto a favore della discontinuità (vale a dire Capasso, Fusero, Rea e Trinchese), se deciderà cioè di fare la stessa scelta dei dipendenti e magari evitare di arrivare a un ballottaggio in cui può succedere di tutto.
Su Stuppia occorre sempre fare la precisazione che lui stesso ha sempre detto di voler governare l’università con metodi diversi dalla passata gestione, anche se in tanti lo hanno notato stazionare per molto tempo ieri all’entrata del seggio insieme all’ex rettore Carmine Di Ilio. Ma si sa, una cosa sono le persone, un’altra i metodi da adottare. E Stuppia continua a dire di voler condurre l’università in maniera diversa. Il professore, dal canto suo, ha voluto ringraziare l’elettorato per la bella prova a suo sostegno. «Sono molto soddisfatto anche per la grande affluenza, che in generale vuol dire che c’è un percorso molto forte in atto», ha detto.
Ieri, intanto, era troppo presto per parlare di accordi. «Nel giro di pochi voti ci siamo io», ha detto Fusero, «Caputi e Trinchese. La forchetta è davvero minima». Il professore ha anche aggiunto che stamattina avrebbe fatto una riunione con la sua base elettorale per decidere cosa fare: «Comunque non ci saranno diktat decideremo insieme. Quello che ora posso dire», ha detto prima dello scrutinio di ieri, «è che l’area che rappresento si sente affine sia a Caputi che a Trinchese».
Se dunque al ballottaggio dovessero andare Stuppia e Caputi, si dovrà vedere cosa farà l’area medica. Entrambi sono due esponenti di Medicina, l’area più forte dell’ateneo dannunziano, che ha i numeri per eleggere il rettore anche da sola. Caputi presiede il dipartimento più grande dell’intera università, un dipartimento che ha costruito lui in 16 anni e che ora porta in ateneo la maggior parte dei fondi esterni. Stuppia potrebbe giocarsi l’asso del no al ritorno di Filippo Del Vecchio per acquisire ulteriori consensi. E, infine, non è detto che questa volta non sia la categoria dei dipendenti (il cui voto vale meno di quello dei docenti) a fare da ago della bilancia.