nomina sospetta
Chieti, Del Vecchio indagato: chiesto il processo
Università, il dg sospeso nei guai per l’incarico agli affari legali
CHIETI. Per Filippo Del Vecchio arriva una nuova richiesta di rinvio a giudizio.
L’ennesima grana giudiziaria del direttore generale sospeso dell’università d’Annunzio parte da una nomina sospetta. Quella del responsabile dell’ufficio affari legali dell’università, Antonello D’Antonio, indagato anche lui come Del Vecchio per abuso nella stessa inchiesta.
A chiedere il processo è Giancarlo Ciani, lo stesso sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto l’interdizione di sei mesi sia per il dg che per l’ex rettore Carmine Di Ilio.
L’udienza preliminare è stata fissata davanti al gip per il giorno dei morti, il 2 novembre.
L’inchiesta nasce da una lettera anonima (con firma apocrifa) inviata a tutti i senatori accademici. Uno di loro ha deciso di mandare la lettera, anonima ma molto circostanziata, alla procura, che così ha iniziato ad indagare sulla nomina di D’Antonio all’ufficio legale dell’ateneo.
Sono due i passaggi sottolineati nel documento. Il primo è relativo al 2014: D’Antonio, da docente di una scuola frentana avrebbe improvvisamente ricevuto dall'Ateneo incarichi legali, come consulente esterno, per un importo di 94mila euro. L'elenco e gli esiti degli incarichi affidati a D'Antonio sono in mano alla Guardia di finanza, che ha condotto le indagini per conto della procura. Nello stesso periodo, D'Antonio, che all'epoca pare fosse ancora docente a scuola, ricopriva anche il ruolo di presidente della cooperativa Leonardo che opera con e per l'Università occupandosi di lavoro d'ufficio prevalentemente amministrativo. Al vaglio degli inquirenti ci potrebbe essere anche una ipotesi di incompatibilità tra i diversi ruoli ricoperti dall’avvocato.
Il secondo passaggio della lettera riguarda invece il 2015 ed è relativo alla nomina vera e propria all’ufficio legale: D'Antonio partecipa a un concorso ad hoc previsto dal Miur che gli permette di passare, grazie alla mobilità, dalla scuola di Lanciano a un ruolo di elevata professionalità come responsabile dell'ufficio legale della d'Annunzio che si occupa di una gran quantità di contenziosi. Bisognerà capire ora se è tutto a posto dal punto di vista dei requisiti e del rispetto della procedura da seguire.
«Per procedere alla nomina di D’Antonio», spiega l’avvocato Stefano Rossi, difensore di Del Vecchio, «il direttore generale chiese un parere all’Avvocatura di Stato, la quale dichiarò che la nomina di D’Antonio era legittima». La difesa, dunque, andrà avanti con questo parere per cercare di evitare a Del Vecchio e a D’Antonio il processo. Nel frattempo i destini dei due dipendenti dell’ateneo d’Annunzio sono anche in mano al nuovo rettore, Sergio Caputi, che si è da poco insediato al vertice del rettorato e che ha tutto l’interesse a risolvere una volta per tutte la questione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ennesima grana giudiziaria del direttore generale sospeso dell’università d’Annunzio parte da una nomina sospetta. Quella del responsabile dell’ufficio affari legali dell’università, Antonello D’Antonio, indagato anche lui come Del Vecchio per abuso nella stessa inchiesta.
A chiedere il processo è Giancarlo Ciani, lo stesso sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto l’interdizione di sei mesi sia per il dg che per l’ex rettore Carmine Di Ilio.
L’udienza preliminare è stata fissata davanti al gip per il giorno dei morti, il 2 novembre.
L’inchiesta nasce da una lettera anonima (con firma apocrifa) inviata a tutti i senatori accademici. Uno di loro ha deciso di mandare la lettera, anonima ma molto circostanziata, alla procura, che così ha iniziato ad indagare sulla nomina di D’Antonio all’ufficio legale dell’ateneo.
Sono due i passaggi sottolineati nel documento. Il primo è relativo al 2014: D’Antonio, da docente di una scuola frentana avrebbe improvvisamente ricevuto dall'Ateneo incarichi legali, come consulente esterno, per un importo di 94mila euro. L'elenco e gli esiti degli incarichi affidati a D'Antonio sono in mano alla Guardia di finanza, che ha condotto le indagini per conto della procura. Nello stesso periodo, D'Antonio, che all'epoca pare fosse ancora docente a scuola, ricopriva anche il ruolo di presidente della cooperativa Leonardo che opera con e per l'Università occupandosi di lavoro d'ufficio prevalentemente amministrativo. Al vaglio degli inquirenti ci potrebbe essere anche una ipotesi di incompatibilità tra i diversi ruoli ricoperti dall’avvocato.
Il secondo passaggio della lettera riguarda invece il 2015 ed è relativo alla nomina vera e propria all’ufficio legale: D'Antonio partecipa a un concorso ad hoc previsto dal Miur che gli permette di passare, grazie alla mobilità, dalla scuola di Lanciano a un ruolo di elevata professionalità come responsabile dell'ufficio legale della d'Annunzio che si occupa di una gran quantità di contenziosi. Bisognerà capire ora se è tutto a posto dal punto di vista dei requisiti e del rispetto della procedura da seguire.
«Per procedere alla nomina di D’Antonio», spiega l’avvocato Stefano Rossi, difensore di Del Vecchio, «il direttore generale chiese un parere all’Avvocatura di Stato, la quale dichiarò che la nomina di D’Antonio era legittima». La difesa, dunque, andrà avanti con questo parere per cercare di evitare a Del Vecchio e a D’Antonio il processo. Nel frattempo i destini dei due dipendenti dell’ateneo d’Annunzio sono anche in mano al nuovo rettore, Sergio Caputi, che si è da poco insediato al vertice del rettorato e che ha tutto l’interesse a risolvere una volta per tutte la questione.
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