Chieti, droga per la movida nascosta tra i vestiti: arrestato
Anfetamine e mezzo chilo di marijuana in casa di un disoccupato. La giustificazione: «Spaccio perché non ho un lavoro»
CHIETI. Dieci dosi di anfetamine e mezzo chilo di marijuana nascosti tra mutande, calzini e camicie. Questa la scoperta fatta dai poliziotti della Volante e della Mobile di Chieti quando hanno aperto l’armadio e il comodino nella camera da letto di un disoccupato di 28 anni. «Non ho un lavoro», così Salvatore Ruggieri avrebbe tentato di giustificarsi con gli investigatori ma non è bastato a evitare l’arresto con l’accusa di spaccio.
L’operazione nell’appartamento in via Caduti del Lavoro, a Chieti Scalo, è scattata intorno all’ora di pranzo di sabato scorso: secondo gli investigatori, la droga sarebbe stata venduta nel giro di poche ore e avrebbe invaso i locali della movida di Chieti e del circondario, a partire dalle anfetamine, sostanze stupefacenti legate al mercato delle discoteche.
Il giovane è stato fermato nei pressi dell’abitazione: Ruggieri era insieme a due amici quando sono arrivati i poliziotti della Volante, guidati da Katia Basilico, e gli hanno chiesto i documenti. L’atteggiamento di «nervosismo» di Ruggieri e un insolito «viavai mattutino di ragazzi» nella zona avrebbero insospettito la polizia: così, è scattata la perquisizione con gli agenti della Volante e quelli della Mobile, diretti da Miriam D’Anastasio. I poliziotti hanno puntato subito verso la stanza da letto del giovane e, dall’armadio e dal comodino, è spuntata la droga: 4 pacchi di marijuana per un totale di 520 grammi e circa 5 grammi di anfetamine (sostanza solida cristallina) chiusi in un involucro di cellophane. Nella stessa stanza, i poliziotti hanno trovato anche un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi. Per Ruggieri, sono scattati gli arresti domiciliari: oggi, in tribunale, ci sarà l’udienza di convalida.
Ma il sequestro di droga non chiude il caso: la polizia ha messo sotto sequestro anche il cellulare di Ruggieri e la seconda fase dell’indagine riguarderà i messaggini. Finora, non ci sono certezze ma il sospetto degli investigatori è che la droga potesse essere ordinata anche via Whatsapp con un linguaggio cifrato.
L’operazione della polizia conferma che, da oltre un mese, Chieti, soprattutto allo Scalo, e il circondario sono un crocevia di sostanze stupefacenti: dopo i casi a Roccamontepiano, Ripa Teatina, Santa Maria Imbaro e Torrevecchia Teatina, il 17 gennaio scorso, in un casolare di Bucchianico, la squadra mobile e la finanza di Chieti hanno trovato 15 pacchi di marijuana mimetizzati nel terreno e coperti dalle foglie per un totale di 30 chili. Sempre a Chieti Scalo, il 12 gennaio, i carabinieri hanno arrestato uno studente calabrese con mezzo chilo di marijuana nello zaino.
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