Chieti, il liceo artistico resta chiuso, a casa 250 studenti
Nuovi controlli dopo il crollo nell'aula professori: stop alle lezioni almeno fino a mercoledì. Le quinte al convitto Vico
CHIETI. Chiusura prorogata. I 250 studenti del liceo artistico e coreutico “Nicola da Guardiagrele” non torneranno in aula questa mattina. Il presidente della Provincia Mario Pupillo ha deciso di tenere le porte chiuse ancora fino a mercoledì prossimo.
L’istituto di via D’Aragona, diretto dalla professoressa Paola Di Renzo, è chiuso da una settimana. Lunedì scorso, infatti, una striscia di intonaco lunga circa 4 metri si è staccata dal soffitto dell’aula professori. Nessuno è stato ferito, ma l’amministrazione provinciale, proprietaria della struttura, su pressione di docenti, studenti e Comune, ha deciso di controllare l’intero edificio per capire cosa possa aver provocato il crollo di intonaco e calcinacci dalla sala professori. Le operazioni sono state affidate alla ditta specializzata Tecnolab di Ortona. Si pensava che in pochi giorni potessero essere effettuati prove di carico sui solai e carotaggi sui muri, ma si è ben presto capito che la complessità della struttura (che presenta diverse stratificazioni temporali) avrebbe richiesto qualche giorno in più. Giovedì prossimo, però, tutto dovrebbe essere concluso. A quel punto i ragazzi potranno tornare in aula. Sempre che i controlli non abbiano dato esisti talmente negativi da interdire le lezioni in tutta la struttura. Nel frattempo i ragazzi cercano di non starsene con le mani in mano. Nel senso che, spiegano le portavoce degli studenti Francesca Rivella e Luisa Kraja, «chi ha avviato il percorso di scuola - lavoro, continua almeno a portarsi avanti con le ore che svolge fuori dall’istituto nell’ambito di questa attività». Al momento l’unico percorso di scuola - lavoro attivato è quello di tutoraggio al convito Vico per aiutare gli allievi a fare i compiti, ma la dirigente scolastica sta pensando a un nuovo progetto di alternanza scuola -lavoro che consiste nella progettazione della decorazione del cortile del convitto. Sempre al convitto questa mattina si terranno delle lezioni per i ragazzi delle quinte classi dell’indirizzo di Arti figurative, mentre domani per quelli dell’indirizzo Design della moda.
Nella tarda mattinata di oggi, comunque, si dovrebbe sapere qualcosa di più sull’esito dei sondaggi. «Dovremmo avere qualche notizia almeno sul fatto se potremo continuare ad utilizzare quella sede oppure no», dice la dirigente Di Renzo, «nel caso peggiore, ovvero che non si possa più rientrare nell’edificio di via D’Aragona, abbiamo cominciato a pensare a soluzioni alternative. Ma non è certo facile. Abbiamo 20 classi da spostare e quello che è certo e che non vogliamo smembrare la scuola». Gli scenari presi in considerazione sinora sono quelli delle Orsoline alla Civitella o del Seminario regionale di via Vernia, dove però sono temporaneamente alloggiati anche gli studenti del liceo scientifico “Masci”, la cui sede è in ristrutturazione, nonostante il cantiere sia ancora fermo da mesi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’istituto di via D’Aragona, diretto dalla professoressa Paola Di Renzo, è chiuso da una settimana. Lunedì scorso, infatti, una striscia di intonaco lunga circa 4 metri si è staccata dal soffitto dell’aula professori. Nessuno è stato ferito, ma l’amministrazione provinciale, proprietaria della struttura, su pressione di docenti, studenti e Comune, ha deciso di controllare l’intero edificio per capire cosa possa aver provocato il crollo di intonaco e calcinacci dalla sala professori. Le operazioni sono state affidate alla ditta specializzata Tecnolab di Ortona. Si pensava che in pochi giorni potessero essere effettuati prove di carico sui solai e carotaggi sui muri, ma si è ben presto capito che la complessità della struttura (che presenta diverse stratificazioni temporali) avrebbe richiesto qualche giorno in più. Giovedì prossimo, però, tutto dovrebbe essere concluso. A quel punto i ragazzi potranno tornare in aula. Sempre che i controlli non abbiano dato esisti talmente negativi da interdire le lezioni in tutta la struttura. Nel frattempo i ragazzi cercano di non starsene con le mani in mano. Nel senso che, spiegano le portavoce degli studenti Francesca Rivella e Luisa Kraja, «chi ha avviato il percorso di scuola - lavoro, continua almeno a portarsi avanti con le ore che svolge fuori dall’istituto nell’ambito di questa attività». Al momento l’unico percorso di scuola - lavoro attivato è quello di tutoraggio al convito Vico per aiutare gli allievi a fare i compiti, ma la dirigente scolastica sta pensando a un nuovo progetto di alternanza scuola -lavoro che consiste nella progettazione della decorazione del cortile del convitto. Sempre al convitto questa mattina si terranno delle lezioni per i ragazzi delle quinte classi dell’indirizzo di Arti figurative, mentre domani per quelli dell’indirizzo Design della moda.
Nella tarda mattinata di oggi, comunque, si dovrebbe sapere qualcosa di più sull’esito dei sondaggi. «Dovremmo avere qualche notizia almeno sul fatto se potremo continuare ad utilizzare quella sede oppure no», dice la dirigente Di Renzo, «nel caso peggiore, ovvero che non si possa più rientrare nell’edificio di via D’Aragona, abbiamo cominciato a pensare a soluzioni alternative. Ma non è certo facile. Abbiamo 20 classi da spostare e quello che è certo e che non vogliamo smembrare la scuola». Gli scenari presi in considerazione sinora sono quelli delle Orsoline alla Civitella o del Seminario regionale di via Vernia, dove però sono temporaneamente alloggiati anche gli studenti del liceo scientifico “Masci”, la cui sede è in ristrutturazione, nonostante il cantiere sia ancora fermo da mesi.
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