Chieti, omicidio Daita: D'Onofrio condannato a 13 anni di reclusione
Il 53enne venne preso a pugni e morì dopo quasi un anno di coma. Il pm aveva chiesto per l'imputato una pena di 8 anni e 6 mesi, la parte civile un risarcimento danni di un milione e 670mila euro
CHIETI. Il 24enne teatino Emanuele D’Onofrio è stato condannato a 13 anni per la morte del 53enne teatino Simone Daita. D’Onofrio, difeso dall'avvocato Roberto Di Loreto, era accusato di omicidio preterintenzionale.
Il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto per lui una pena di 8 anni e 6 mesi. I giudici della Corte d'Assise di Chieti hanno aumentato di ben quattro anni e mezzo la pena. La parte civile, assistita dagli avvocati Mauro Faiulli ed Enrico Raimondi, ha chiesto un risarcimento danni di un milione e 670mila euro. La cifra verrà quantificata in un separato giudizio. Daita è morto il 15 marzo 2016 dopo circa un anno di coma a seguito dei pugni presi nella notte del 28 febbraio 2015 a piazza Vico quando, ubriaco, aveva infastidito e aggredito D’Onofrio, che aveva reagito sferrandogli un pugno, come ha sempre sostenuto il ragazzo. Dalla ricostruzione del perito, però, sembra che i cazzotti siano stati almeno due.
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