il furto

Chieti, profanata la chiesa di Santa Filomena

Rubati un’antica corona d’argento e un piattino di rame per l’offertorio. La porta d’ingresso sfondata a colpi di piccone

CHIETI. Furti a ripetizione nelle chiese dello Scalo. Nei giorni scorsi sono state visitate dai ladri le parrocchie del Santissimo Crocifisso e quella di San Pio X senza risparmiare la chiesa del quartiere Filippone.

Ma il record delle incursioni spetta alla vecchia chiesetta di Santa Filomena, succursale dei XII Apostoli, luogo di culto che si trova a 100 metri dalla rotatoria del Megalò. In tre giorni gli assalti sono stati due. Il primo è andato a vuoto, nel secondo, invece, sono stati portati via oggetti sacri anche se di scarso valore commerciale. Indignazione e timore tra i parrocchiani consapevoli che di questi tempi nessun luogo viene risparmiato. «Si ruba nelle case, nei negozi, nelle scuole, nelle banche e ora, anche nelle chiese» dicono con l’amaro in bocca «non ci sentiamo sicuri in nessun luogo». Anche don Angelo Masciarelli, 82 anni, parroco da 40 anni della chiesa profanata non nasconde la sua preoccupazione. «Mai si era visto tanto accanimento contro una chiesa» racconta il sacerdote «sabato scorso i ladri non sono riusciti ad entrare dalla porta centrale così hanno rubato delle scale nelle case vicine e sono saliti sul campanile. Da lì sono penetrati in chiesa. Hanno portato via i soldi custoditi nella cassetta delle offerte, meno di 10 euro, e qualche bottiglia di vino per la Messa». Domenica notte ci hanno riprovato con più impegno. Con un trapano hanno fatto 10 fori da diversi centimetri per tentare di violare la serratura, ma non ci sono riusciti. Allora se la sono presa con la parte inferiore della porta sfondandola a picconate. «Creato il varco sono entrati» prosegue il parroco «e hanno fatto man bassa di oggetti di culto». Quello più costoso è la corona in argento posta sul capo di Santa Filomena realizzata d a maestri orafi della Scuola napoletana e datata 1832. Rubato anche un piattino di rame utilizzato per l’offertorio e altri piccoli oggetti d’argento posti sulla statua della Santa. «Hanno portato via anche una statuina dell’Addolorata di nessun valore commerciale» aggiunge don Angelo. Ieri mattina in chiesa sono arrivati gli agenti della Scientifica che hanno rilevato impronte utili a identificare gli autori del furto. Ora don Angelo conta i danni. Oltre alla grande amarezza per il furto sacrilego c’è anche l’incombenza di riparare la porta che questa volta verrà sostituita con un portone blindato.