Chieti: quadri falsi, gallerista finisce a processo
Attribuite due opere a Salvo Mangione mai dipinte dall’artista: è indagato per ricettazione. La sua difesa
CHIETI. Arriva davanti al tribunale di Chieti un’inchiesta su arte copiata e quadri falsi: vittime le opere di Salvatore Mangione, detto Salvo, uno dei più quotati pittori italiani contemporanei morto nel 2015.
Sotto processo è finito un gallerista di San Giovanni Teatino: è accusato di ricettazione continuata perché, scrive nel capo di imputazione il pubblico ministero Giuseppe Falasca, «al fine di procurarsi un profitto, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, acquistava – o comunque riceveva – due tele ad olio denominate “Primavera” e “Nevicata”, apparentemente riconducibili all’artista Salvatore Mangione, provento del delitto di contraffazione o riproduzione». Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Sambuceto e dagli specialisti dell’Arma del reparto tutela patrimonio culturale.
Il gallerista si difende: "Mai saputo che quelle opere non fossero autentiche". Ma la Procura contesta anche la recidiva per una vicenda analoga.
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