Chieti, spogliato della tuta del Pescara: arrestati tre ultrà neroverdi
Atleta dell’under 21 di calcio a 5 costretto a togliersi i vestiti in auto allo Scalo. Aveva appena prelevato soldi al bancomat. Per la Digos ci sono anche altri sospettati
CHIETI. Lo hanno obbligato «con violenza» a svestirsi della tuta che aveva indosso e che in un logo portava impressi i simboli del Pescara Calcio a 5. Un gesto che potrebbe sembrare un nonnulla, quasi uno scherzo goliardico, ma che nella forte rivalità tra tifoserie ha assunto i connotati della rapina. Con l’aggravante di averla portata a termine per futili motivi e con un certo numero di partecipanti. Con questa grave accusa, tre ultrà del Chieti sono stati arrestati su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Luca De Ninis, dietro richiesta del sostituto procuratore Marika Ponziani. I tre sono ai domiciliari. Si tratta di Mario De Marco, 36 anni, difeso dall’avvocato Fabio Faiulli; Ettore Galliani, 23 anni, rappresentato dal legale Daniele Fabriani, e di Andrea Mulana, 24 anni, difeso dall’avvocato Gianluca Pollegioni di Pescara. Da dopodomani qualcuno di loro sarà interrogato.
Quella che la Procura di Chieti definisce una rapina si è consumata allo Scalo lo scorso 30 ottobre: era domenica e il Chieti calcio doveva ospitare la Vis Pesaro . Un giovane atleta del Pescara calcio a 5 Under 21, non residente nel capoluogo teatino, ha prelevato soldi dallo sportello bancomat Carichieti, quello dopo la stazione ferroviaria in direzione Pescara. Al rientro in auto - stando alla ricostruzione dei fatti fornita dal personale della Digos della questura di Chieti - i tre si sono avvicinati e con intimidazioni e minacce, hanno strappato di dosso al giovane calciatore la maglia della tuta che mostrava, nei suoi colori biancazzurri, i simboli della città rivale del Chieti. Sono stati momenti concitati e anche di paura per il calciatore, costretto a tornare a casa a petto nudo. Ma una volta rientrato al suo domicilio, si è rivestito e ne è uscito per prendere la strada della questura e presentare la denuncia.
Lo stesso pomeriggio del 30 ottobre sono scattate le ricerche degli aggressori. Il giorno successivo gli agenti della Digos hanno acquisito le immagini della videosorveglianza della banca dalla quale il calciatore del Pescara aveva prelevato i soldi e anche di altre attività commerciali della zona. Le indagini hanno portato subito ai riscontri cercati dalla polizia dando un volto e un nome agli autori di quel gesto. Sono quindi scattate le tre ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Ma, sottolineano gli investigatori, «sono in corso ulteriori accertamenti per l’identificazione di altri soggetti che hanno partecipato al gesto criminoso». Quindi c’è anche la certezza che per compiere la rapina i tre arrestati non fossero soli.
«Il mio assistito si dichiara estraneo ai fatti contestati», commenta l’avvocato Fabio Faiulli, legale di De Marco, «ma gli atti potrò vederli soltanto lunedì. Di più al momento non posso dire».